La Polizia Italiana si attrezza per prevedere il futuro

L'Università e la Questura di Trento hanno realizzato un software per la previsione del crimine ancora più avanzato di quelli già usati in USA, UK e altri paesi. Se i risultati saranno validi, arriverà anche in altre città italiane.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Anche la polizia italiana userà i computer per prevedere dove e quando si commetterà un crimine. Non avrà certo l'affidabilità e la precisione dei precog immaginati da Philip Dick in Minority Report, ma la Questura di Trento può aspirare a ridurre il crimine anche del 31%, com'è già successo altrove.

I sistemi predittivi infatti sono già stati sperimentati e usati in altri luoghi, come nel caso del sistema PredPol.  Nel caso di Trento, la Questura ha lavorato insieme all'Università per realizzare il sistema eSecurity, grazie anche a un finanziamento europeo da oltre 400.000 euro.

Philip Dick aveva previsto tutto questo?

Il sistema è simile ma non identico a quelli noti. "eSecurity compirà una netta evoluzione rispetto alle esperienze già testate negli USA e nel Regno Unito" si legge infatti sul comunicato stampa di presentazione (PDF). "Sarà il primo a spostare l'ottica della sperimentazione dal predictive policing (polizia predittiva) alla più articolata predictive urban security: la sicurezza urbana predittiva".

Per ottenere tale miglioramento i ricercatori hanno deciso di aumentare e variare la quantità di dati analizzati: non  solo quelli relativi ai crimini, ma "anche variabili ambientali: ad esempio il livello dell'illuminazione nei diversi quartieri, la situazione climatica o dell'inquinamento nell'area cittadina" e altri, mentre il secondo passo avanti sta nel "comprendere e tener conto della concentrazione del disordine sociale e dell'insicurezza a livello urbano, quali indicatori della concentrazione della criminalità".

"In questo modo, il sistema eSecurity cercherà non solo di prevedere il dove e il quando avverranno alcune forme di criminalità e devianza sul territorio, ma anche di capire il perché si verifichino tali crimini, forme di disordine e manifestazioni di insicurezza da parte della popolazione".

"Esistono da sempre una serie di dati ambientali già noti alla Polizia. Potere incrociare però tutti i dati disponibili, in modo scientifico e computerizzato, ci mette in condizioni di usare al meglio le nostre conoscenze", ha commentato il vicequestore Salvatore Ascione.

Avremo un giorno il potere dei precog?

Il sistema di predizione sarà attivato a Trento nei prossimi mesi, e l'idea è di portarlo anche in altre città italiane se avrà successo. "Non mi aspetto miracoli ma può servire" ha detto il criminologo Massimo Picozzi (intervistato oggi da La Repubblica) ricordando però che servirà solo contro alcuni reati, non tutti.  

I crimini che per ora sono del tutto imprevedibili sono quelli di tipo "espressivo", che nascono cioè dalla componente psicologica, "come nei reati di tipo sessuale o negli omicidi passionali". In questi casi la previsione informatica non è di nessun aiuto, perché "Non c'è algoritmo che possa prevedere questo tipo di reati. A meno che ci si trovi di fronte a stupri o omicidi seriali", conclude lo scienziato.

Questo tipo di tecnologia è nota almeno dal 2011, e i vantaggi sono evidenti: più sicurezza e meno costi per mantenerla. Tutti contenti allora? Forse sì, ma ci sarebbe almeno un dettaglio da prendere almeno in considerazione: raccogliere i dati necessari significa osservare tutto e tutti più o meno costantemente, e se qualcuno solleva obiezioni riguardo alla privacy non lo fa senza ragioni. Stabilire quale sia il giusto equilibrio tra libertà individuali e sicurezza, tuttavia, non è mai semplice.