L'Antitrust UE indaga sull'aiuto di Stato ricevuto da Telecom

L'Antitrust UE ha avviato un'indagine sull'NGN trentino, il progetto di sviluppo della fibra ottica che vede coinvolte Telecom Italia e la Provincia di Trento. I 50 milioni di euro di investimento potrebbero essere considerati aiuti di Stato. Telecom Italia sembra guadagnarci troppo dall'accordo.

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a cura di Dario D'Elia

L'Antitrust UE ha avviato un'indagine sul progetto NGN Trentino, frutto della joint venture tra la provincia di Trento e Telecom Italia. La questione di fondo è che potrebbe essersi realizzato un aiuto di Stato, in chiara violazione della normativa UE. Già perché tutti si domandando se un qualsiasi investitore privato operante in condizioni di mercato avrebbe mai potuto accettare questo genere di sfida.

"Gli investimenti pubblici nelle reti a banda larga ultraveloci favoriscono la crescita e contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dell'agenda digitale dell'UE", ha commentato Joaquin Almunia, commissario alla Concorrenza. "È tuttavia fondamentale garantire che i fondi pubblici non vengano utilizzati per favorire un particolare operatore del mercato, per alterare le condizioni di mercato falsando la concorrenza o per annullare i vantaggi di un mercato delle telecomunicazioni liberalizzato".

Disposti a tutto per la fibra?

Il tema è caldo poiché la Provincia di Trento ha investito ben 50 milioni di euro nel progetto, mentre Telecom Italia dovrebbe partecipare con un semplice contributo in natura, consistente nel trasferimento dei diritti relativi alla sua infrastruttura in rame esistente. "Tale infrastruttura verrebbe poi interrotta, una volta che la rete a fibre ottiche diventerà operativa. Successivamente, in virtù di un’opzione di acquisto, Telecom Italia potrebbe diventare il proprietario unico della joint venture", sottolinea il documento ufficiale della Commissione UE.

Difficile quindi immaginare un investitore privato comportarsi analogamente. Chi mai potrebbe decidere di implementare una rete in fibra in una zona oggi snobbata dal mercato? In secondo luogo la Commissione pensa che Telecom Italia "possa trarre altri vantaggi, grazie al doppio ruolo di azionista e fornitore di servizi di Trentino NGN". In terzo luogo, risulta dubbio che la prevista redditività del capitale netto per la Provincia sia conforme alle condizioni di mercato.

"La Commissione intende ora condurre un’indagine approfondita per verificare la presenza di un vantaggio economico indebito per Telecom Italia", continua il documento. "Se tale vantaggio dovesse essere confermato, la misura verrebbe a costituire un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e la sua compatibilità dovrebbe essere valutata alla luce degli orientamenti dell’UE sulla banda larga (cfr. IP/09/1332 e MEMO/09/396)".

La regola UE in verità è molto semplice. Gli investimenti delle autorità pubbliche in imprese che svolgono attività economiche sono considerati esenti da aiuti di Stato quando sono effettuati a condizioni che un investitore privato (operante in condizioni di mercato) accetterebbe. Dopodiché è prevista almeno un'eccezione, ovvero quando si persegue un obiettivo di interesse comune - quale lo sviluppo di reti a banda larga. Però non bisognerebbe alterare i principi di concorrenza e soprattutto sarebbe necessario procedere mediante una gara d’appalto pubblica in modo che agli altri operatori sia garantito l’accesso a tutti i livelli.