Le offerte di lavoro su Internet non piacciono ai disoccupati

L'ultima indagine "I giovani italiani e la visione disincantata del lavoro" di Gi Group fotografa la differenza di vedute tra imprese e giovani in cerca di lavoro. Gi imprenditori promuovono a pieni voti il Web mentre i non-occupati la pensano diversamente.

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a cura di Dario D'Elia

Trovare lavoro è sempre più complicato ma il Web e gli annunci sui giornali sembrano essere gli strumenti preferiti dalle aziende per reperire personale. L'ultima indagine "I giovani italiani e la visione disincantata del lavoro" di Gi Group, rilanciata oggi dal Sole 24 Ore, ha confermato che gli imprenditori promuovono a pieni voti queste modalità con 8,3 su 10.

L'anomalia è che i giovani la pensano diversamente poiché danno a questi canali un misero 6. Se si guarda poi ai social network lo scostamento di percezione è maggiore: le imprese danno come voto 7,4 mentre i ragazzi solo 4,2. La sensazione è che i canali digitali siano ottimi per gestire meglio le candidature: si perde meno tempo e si sfoltisce in fretta. I più giovani sono maggiormente scettici nei confronti dei nuovi strumenti online, mentre le imprese guardano negativamente gli uffici di collocamento.

Il candidato quasi-ideale

Se poi si parla di trasferirsi in una nuova città, meglio farlo all'estero - questo il consiglio del 26% dei manager. L'idea sarebbe verso paesi emergenti come Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Solo il 7% dei ragazzi però sembrerebbe essere pronto ad accettare una sfida di questo genere.

In ogni caso i fattori chiave per trovare lavoro, secondo le imprese italiane sono: mai arrendersi, presentarsi bene e disporre di un titolo di studio adeguato. I giovani condividono, ma pensano anche che conti avere alle spalle una famiglia benestante, le raccomandazioni e la bella presenza. Dettagli che le imprese sembrano considerare secondari. In verità con il buon senso è facile comprendere per quale motivo vi siano tali convinzioni nei più giovani. Spesso senza una famiglia benestante alle spalle si hanno meno contatti e opportunità per colloqui. Non meno importante il disagio di trovarsi in ambienti diversi rispetto a quello di appartenenza.

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Le aziende dicono di puntare sul merito e meno sugli altri aspetti di natura soggettiva - ad eccezione dall'indole a cogliere ogni occasione che si profila senza preoccuparsi dei colleghi.

Insomma, le aziende vogliono giovani con titolo di studio adeguato, senza scrupoli e che siano a pronti ad accettare ogni opportunità. Poi sarebbe interessante scoprire cosa offrono in cambio, poiché le offerte di lavoro online spesso sono a dir poco ridicole. Del tipo: diciottenne laureato con esperienza quinquennale (preferibilmente all'estero), conoscenza di qualsiasi linguaggio di programmazione, disponibile al trasferimento, etc.

Al momento, grazie agli ultimi dati forniti da Twago, la più grande piattaforma europea per il lavoro online nel campo della programmazione freelance e aziendale, sappiamo che nell'IT le competenze più richieste sono legate al PHP, HTML e Javscript.

Le competenze IT più richieste

"Lo studio, che ha preso in esame migliaia di progetti, ha rilevato una forte domanda di programmatori di applicazioni per iPhone, iPad e Android", sottolinea il documento. "HTML5 è il nuovo arrivato nella top 10, di cui occupa la quinta posizione. Sempre più popolare grazie alla possibilità di creare contenuti web dinamici, viene ormai visto come una valida alternativa a Flash". Dal 2011, quando sono entrate per la prima volta nella top 10, sono aumentate anche le richieste di programmatori di Objective C.

"Abbiamo potuto constatare che sulla nostra piattaforma sono aumentati i progetti di lavoro rivolti a programmatori di app per tablet e smartphone", ha spiegato Silvia Foglia, Country Manager Italy in Twago. "In particolare, negli ultimi sei mesi l'incremento della domanda di professionisti in questo settore è stato impressionante, e ci aspettiamo un incremento analogo anche nella seconda parte di quest'anno, grazie ai nuovi iPad e iPhone".