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a cura di Tom's Hardware

Vignettatura

È la caduta di luce ai bordi che si verifica in maniera evidente a tutta apertura soprattutto negli obiettivi molto luminosi e che anche in questo caso può essere corretta in camera nelle macchine predisposte. Chiaramente visibile ad occhio, si può valutare fotografando una superficie luminosa uniforme:

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 ...e si misura in EV.

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Tipico grafico a istogrammi che riporta la vignettatura (misurata in EV) in funzione dell'apertura

Distorsione

La forma di distorsione più comunemente considerata è quella geometrica, che crea un incurvamento delle linee trasversali dell'immagine dovuto alla differente distanza dei raggi di luce dal punto focalizzante. Quella a cuscinetto è la curvatura delle linee trasversali verso il centro, mente quella a barilotto è la distorsione delle linee trasversali verso l'esterno del fotogramma.

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Questa immagine, riferita ad una griglia quadrettata, rappresenta tre tipi di distorsione che normalmente si riscontrano negli obiettivi: quella a barilotto (barrel) è tipica dei grandangolari, quella a cuscinetto (pucushion) dei teleobiettivi, quella a forma di baffo è molto più rara ed affligge qualche ultra-grandangolare

La distorsione può ovviamente essere misurata secondo una formula ben precisa e si esprime in percentuale; ovviamente più è bassa, meglio è. Gli obiettivi macro presentano una distorsione pressoché nulla.

Coma

Il coma è una forma di distorsione causata dal fatto che i raggi di luce extra-assiali vengono focalizzati su differenti piani: questo crea sulla fotografia degli anelli luminosi che tendono in parte a sovrapporsi creando di conseguenza un artefatto luminoso che ricorda alla lontana la coda di una cometa, da cui il termine coma.

Se l'obiettivo non è corretto da questo punto di vista, il coma potrà essere visibile fotografando punti luce al buio (ad esempio, delle stelle, ma anche lampioni o luci sferiche), dove si vedrà che quelli nella parte più esterna del fotogramma tendono ad assumere una forma di cometa al posto che rimanere tondi.

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Particolare di un paesaggio notturno ripresa con un economico obiettivo zoom come quello fornito in kit con le reflex entry level. L'immagine è il crop 1:1 di quella originale. Si noti che al bordo estremo del fotogramma i punti luce sono riprodotti come piccole comete, si vedano le luci rosse sopra alle gru all'estrema sinistra.

Il coma tende molto a diminuire chiudendo il diaframma, sino quasi a scomparire.

Bokeh

Con il termine bokeh (derivato dal vocabolo giapponese "boke", che significa sfocatura) s'intende la resa delle aree fuori fuoco dell'immagine. Non si tratta di una forma di distorsione, o di un difetto di un obiettivo, ma di un fattore che contribuisce alla piacevolezza dell'immagine restituita. La resa delle aree fuori fuoco è differente secondo che si trovino in fronte o dietro il punto di messa a fuoco e dipende dal grado di accuratezza della superficie con cui è realizzata la lente e dal numero/tipo di lamelle adottate nel diaframma.

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Questo tipo di foto, di facile realizzazione, si ottiene sfocando punti luminosi (o mettendo a fuoco soggetti più avanti degli stessi) su fondo scuro: si noti che dalla forma dei punti luminosi si può risalire facilmente al numero di lamelle del diaframma, in questo caso sette

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Il Sony 100mm F.28 STF G Master Lens è un esempio di obiettivo con la più alta qualità (piacevolezza) del bokeh mai realizzato per la serie di mirrorless Sony Alpha, e questa foto ne è un esempio

Riflessi

Gli obiettivi sono costituiti da un certo numero di lenti, disposte in maniera isolata o in gruppi.

Spesso accade che alcuni raggi di luce entrino nell'obiettivo ed invece di raggiungere direttamente la lente posteriore, e quindi il sensore, si riflettano su queste lenti interne più volte, formando il cosìdetto flare. Questo fenomeno è più probabile quando nell'inquadratura sono presenti fonti di luce frontali molto forti (l'esempio tipico è quello del sole) oppure la luce penetra lateralmente rispetto al sensore. La foto perde così di contrasto e si formano delle macchie luminose di diverse forme o strisce. Ovviamente il flare è più probabile in obiettivi che hanno molte lenti e dipende dall'efficacia, o meno, dello strato anti-riflesso.

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Questo obiettivo ha un comportamento decisamente insoddisfacente riguardo la resistenza al flare, che risulta particolarmente evidente. Il flare si può limitare notevolmente utilizzando un paraluce, che consigliamo sempre di adottare eccetto quando si utilizza il flash di pop-up della macchina

L'aspetto più fastidioso del flare è in realtà la perdita di contrasto, poiché le macchie luminose che si formano sono un effetto spesso cercato o volutamente ricreato in fase di post-produzione con appositi filtri.

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