L'industria elettronica mangia i bambini

L'industria dell'elettronica è sempre più interessata ai bambini.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'industria dell'elettronica di consumo punta sempre di più ai bambini come potenziali clienti, una strategia che ricorda da vicino quella di alcune catene di fast-food, che da una parte aumenta il fatturato nell'immediato, e dall'altra punta a fidelizzare il cliente prima della concorrenza.

Lo racconta Alessandro Longo su Repubblica di oggi: si parte dai cellulari per bambini, con pochi e semplici tasti, programmabili dai genitori e localizzabili tramite GPS, fino agli operatori dedicati, come il danese Wigomo. Se qualcuno, come il governo francese, sospetta pericoli legati alle onde elettromagnetiche, ecco l'inglese TeddyPhone, che ha emissioni 10 volte inferiori alla media (lo vorremmo anche per i più grandicelli, grazie).

Sono sempre più precoci! Clicca per ingrandire.

E poi ci sono i computer: tutti vedono di buon occhio che s'impari a conoscerli sin da piccoli, un principio semplice che ha fatto il successo del Jump PC di Olidata, al quale presto si affiancheranno prodotti simili di altre marche.

Per Chris Bryine, presidente della società di consulenza e analisi Toy Guy, siamo di fronte a un nuovo mercato interessante e dalle grandi potenzialità, anche grazie a genitori sempre più disposti a comprare tecnologia per i loro figli, soprattutto se è pensata apposta per loro.

I prossimi ultracorpi a invadere il nostro mondo, quindi, saranno le versioni per bambini dei gadget che usiamo tutti i giorni: telefoni, computer, fotocamere, videogiochi, e persino robot, come il Pleo, recentemente resuscitato.

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