Lo smartphone punta sulle password che brillano e vibrano

Uno studio ha rivelato come rendere sicura la digitazione della password o del codice PIN da occhi indiscreti: basta sfruttare vibrazioni, luci e suoni al posto dei soliti codici numerici. In Giappone poi una banca all'avanguardia sta pensando di sostituire le tessere bancomat con la scansione del palmo della mano.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Tre ricercatori stanno sperimentando l'uso di vibrazioni, suoni e luci lampeggianti per la creazione di password sicure. Tutto parte dal presupposto che le credenziali d'accesso in testo semplice siano troppo facili da individuare quando vengono usate in luoghi pubblici. L'obiettivo è quello di usare suoni e altri espedienti non convenzionali per rendere difficile agli spioni leggere la password che state digitando e usarla in seguito per rubarvi dati o soldi.

I telefoni si sbloccheranno come le casseforti

La teoria della password invisibile è descritta in un documento dal titolo "Apriti Sesamo: linee guida di progettazione per le password invisibili" redatto dai ricercatori Andrea Bianchi e Dong-Soo Kwon del Korea Advanced Institute of Science and Technology, e da Ian Oakley dell'Università di Madeira (Portogallo). Bianchi aveva avuto l'intuizione tre anni fa quando lavorava in un laboratorio di robotica specializzato in interfacce aptiche.

In pratica si usano vibrazioni o suoni con intensità, ritmi, frequenze e modelli differenti per creare un alfabeto con il quale impostare le password e poi ripeterle per ciascun log-in. Il metodo più semplice da usare su uno smartphone è quello che simula il sistema di apertura di un cassaforte: un una rotella virtuale visualizzata sul display deve essere fatta ruotare a destra e sinistra fino a ottenere la combinazione di sblocco. Per ciascuna lettera o numero corretto selezionato una vibrazione farà capire che si può proseguire con il successivo. Nel caso dello sportello bamcomat ci sarà un joystick per svolgere la stessa funzione.

L'alternativa è quella di usare suoni, componendo una serie di onde acustiche per accedere al sistema. In questo caso ovviamente sono indispensabili gli auricolari per sentire i suoi e selezionare sul display quelli corretti.

Il prototipo originale di Bianchi del 2009 consisteva in tasti voluminosi da collegare al computer, che non consentivano un elevato livello di usabilità perché erano necessari "più di 20 secondi per inserire una password ". Le nuove interfacce sono decisamente migliori e permettono di sbloccare il telefono in meno di 10 secondi, con un tasso di errore compreso fra il 2 e il 7 percento, rispetto a quello del 50% dei primi prototipi.

Per i bancomat è invece in fase di sperimentazione un sistema che consente di emettere segnali lampeggianti con lo smartphone che vengono interpretati da un apposito lettore hardware collegato allo sportello di prelevamento, che a sua volta autorizza a procedere. In sostanza il telefono potrebbe sostituire un giorno la tessera con banda magnetica che tutti abbiamo nel portafogli. Il sistema ovviamente non deve usare alcun sistema wireless per evitare che qualcuno intercetti il segnale.

Per prelevare in banca si userà la scansione del palmo della mano, in Giappone

In attesa di quest'ultima novità sappiate che qualcun altro ha già pensato di cestinare il pin della carta bancomat e di sostituirlo con un lettore del palmo della mano. La Ogaki Kyoritsu Bank in Giappone ha infatti anticipato che intende introdurre il primo sportello bancomat che autorizzerà i prelievi previa scansione del palmo della mano. Non si tratta del primo sportello che sfrutta il riconoscimento biometrico, ma secondo l'istituto bancario d'avanguardia è il primo che non richiede più l'uso della scheda con banda elettronica. 

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