L'autostrada, quel nastro d'asfalto che promette velocità e libertà, si trasforma spesso, nel Bel Paese, in un palcoscenico di abitudini radicate e, diciamocelo, piuttosto bizzarre. Tra queste, spicca sovrana l'occupazione quasi religiosa della corsia di mezzo, un fenomeno che sfida la logica, il Codice della Strada e, a volte, persino la pazienza degli altri automobilisti. Ma perché, ci chiediamo, l'italiano medio rifugge la destra come se fosse lastricata di chiodi?
Eppure, il Codice della Strada, quel tomo spesso più citato che letto, parla chiaro. L'articolo 143, comma 5, recita con inequivocabile precisione: "Salvo diversa segnalazione, quando una carreggiata è a due o più corsie per senso di marcia, si deve percorrere la corsia più libera a destra; la corsia o le corsie di sinistra sono riservate al sorpasso". Avete letto bene? "Si deve". Non "si potrebbe", non "sarebbe carino se", ma un perentorio "si deve".
Questo significa che anche in assenza di traffico, anche quando la vostra amata corsia di destra si estende deserta fino all'orizzonte, il vostro posto è lì. La corsia di mezzo, e ancor di più quella di sinistra, dovrebbero essere utilizzate solo per superare chi vi precede, per poi rientrare diligentemente a destra. Semplice, no? A quanto pare, no.
L' "occupante seriale"
Ma allora, cosa spinge orde di automobilisti a piantare le tende al centro della carreggiata? Le teorie si sprecano, e vanno dal comico al preoccupante. C'è chi, evidentemente, soffre di una sorta di "vertigine da destra", un'irrazionale paura del margine della strada. Forse temono l'agguato di un autovelox nascosto tra i cespugli, o l'improvvisa apparizione di un cinghiale in cerca di emozioni forti.
Altri, invece, sembrano convinti che la corsia di mezzo sia una sorta di "terra di nessuno", un limbo in cui si può procedere a una velocità "né troppo-troppo, né lenta", senza l'ansia da prestazione della corsia di sorpasso né la presunta "lentezza" della destra. Una sorta di apatia stradale, insomma.
Non dimentichiamoci poi dei "centristi per vocazione", coloro che, anche nella vita, cercano sempre la via di mezzo. Per loro, occupare la corsia centrale è una dichiarazione filosofica, un manifesto di equilibrio (anche se, in questo caso, crea più squilibrio che altro).
Infine, c'è la categoria più diffusa: quella degli "ignari". Persone che, in tutta onestà, non hanno la minima idea che esista una regola che imponga di stare a destra. Per loro, l'autostrada è un open space, e ognuno si accomoda dove meglio crede.
L'effetto domino e il "tappo" autostradale
Il risultato di questa diffusa "centrite acuta" è sotto gli occhi di tutti: un effetto domino che trasforma un'autostrada a tre corsie in una a due, o addirittura a una e mezza. La corsia di destra, spesso libera, diventa una sorta di "corsia fantasma", mentre il traffico si accalca al centro e a sinistra.
Questo crea situazioni non solo irritanti, ma anche pericolose (dotatevi di una dashcam). Chi vuole rispettare il codice e superare a sinistra si trova costretto a effettuare cambi di corsia più frequenti e complessi. Chi, esasperato, decide di "superare a destra" (manovra, ricordiamolo, vietata e pericolosa), aggiunge ulteriore caos e rischio.
Cari amici automobilisti, è giunto il momento di fare un esame di coscienza. Abbracciate la corsia di destra! Non morde, non giudica e, soprattutto, è il posto dove dovreste stare. Riscoprite il piacere di una guida fluida e sicura, contribuendo a rendere le nostre autostrade luoghi meno stressanti e più efficienti.
E se la logica e il buonsenso non dovessero bastare, ricordatevi che l'articolo 143 non è solo un consiglio, ma una norma di legge. E come tale, la sua violazione comporta sanzioni. Magari, la prospettiva di qualche punto in meno sulla patente e una multa da pagare potrebbe essere l'incentivo giusto per riscoprire il fascino dimenticato della corsia più libera a destra. In fondo, non è poi così male, laggiù. Anzi, a volte si gode pure di un panorama migliore.
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