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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Magic Leap One è "una tragedia in senso classico". Ad affermarlo è Palmer Luckey, sviluppatore indipendente a cui dobbiamo l'Oculus Rift e, dunque, qualcuno che ha sicuramente qualcosa da dire quando di tratta di realtà virtuale. Anche al netto del possibile conflitto di interessi (Luckey non è più in Oculus), è un'affermazione piuttosto pesante.

"Non è tanto un kit di sviluppo funzionante quanto un lucido veicolo di visibilità che nessuno può davvero usare", ha scritto Luckey sul suo blog personale.  "Non mantiene quasi nessuna delle promesse che hanno permesso loro (l'azienda Magic Leap, NdR) di monopolizzare i finanziamenti nella comunità di investitori AR".

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Luckey scende poi nei dettagli per rilevare come il tracciamento sia lento e impreciso, risultato di compromessi sbagliati durante lo sviluppo. C'è poi il fatto che il trackpad non è cliccabile, opzione che si è rivelata di successo sul citato Oculus, sui controller Steam o sull'HTC Vive. Il risultato è ancora una minore precisione. Infine, il controller risulta troppo pesante.

Peggio ancora, l'headset non risolve davvero i problemi di messa a fuoco - all'infuori di due specifici piani di fuoco accuratamente selezionati nelle demo. Funziona come tutti gli altri prodotti esistenti, né meglio né peggio. Il che sarebbe accettabile, non fosse per il fatto che questa era la grande promessa di Magic Leap. In questo caso il tracking è buono ma non all'altezza dei migliori concorrenti (Luckey cita in proposito Microsoft Hololens, che abbiamo provato). Di contro, l'headset tende a diventare troppo caldo, sebbene (per fortuna) l'hardware che fa il rendering sia altrove. Ci dovrebbe essere anche una funzione di eye-tracking, ma niente la usa quindi non si può testare.

"Il prodotto che hanno messo in commercio è ragionevolmente valido ma non si avvicina nemmeno lontanamente a ciò che avevano pubblicizzato, e ha diversi difetti che gli impediscono di diventare uno strumento utile per lo sviluppo di applicazioni AR", scrive Luckey nelle conclusioni.

Una recensione da etichettare come "stroncatura", quella di Luckey, a cui l'AD di Magic Leap, Rony Abovitz, ha risposto con alcuni tweet ambiguamente ispirati a Avatar: The Last Airbender. Ne sarebbe potuto nascere uno scontro ma lo stesso Abovitz ha cercato di gettare acqua sul fuoco, e alla fine ci si augura tutti il meglio.

Almeno per ora, ma tra non molto Magic Leap dovrà contare quanti prodotti ha venduto e rendere conto ai molti e generosi investitori; ecco, quello potrebbe essere uno di quei momenti in cui le battute a tema nerd sono poco utili.