Mega apre questo sabato: Kim Dotcom regala 50 GB

Mega aprirà i battenti questo sabato e in tutto il mondo cresce la curiosità. Intanto il patron Kim Dotcom ha promesso a tutti gli utenti 50 GB di spazio gratuito online.

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a cura di Dario D'Elia

Sabato (domenica in Nuova Zelanda) sarà il grande giorno di Mega, il degno successore di Megaupload. La nuova piattaforma online di Kim Dotcom è molto attesa sia per le sue qualità tecniche, sia perché delineerà la portata della figura da cioccolatai fatta dall'FBI. Evidente quindi che il patron "mago pancione" stia cercando di coagulare tutta l'attenzione possibile. Ieri in un tweet ha promesso a tutti i nuovi utenti 50 GB di spazio gratuito online.

L'unica notizia negativa è che al momento non sembrerebbe essere possibile, per questioni legali, far migrare direttamente su Mega lo status premium che si aveva su Megaupload. "I nostri legali dicono che non possiamo per ora. Ci stiamo lavorando", ha commentato Kim. L'idea infatti era quella di trasferire gli archivi da una piattaforma all'altra, ma le autorità statunitensi non hanno ancora dato l'ok.

Kim Dotcom ne combina sempre una

In ogni caso 50 GB gratuiti non possono che fare piacere, soprattutto se si considera che Google Drive e Amazon Cloud si fermano a 5 GB, mentre Dropbox regala 2 GB (estensibili presentando nuovi utenti). Diciamo che Mega strizza l'occhio a MediaFire, che in questo momento è uno servizi di file-hosting più completi. Ovviamente come hanno fatto notare i più smaliziati quello che conta è il limite imposto all'upload.

Intanto tiene ancora banco il dibattito scatenato da Kim sulla pirateria. La scorsa settimana sempre su Twitter ha pubblicato la sua personale ricetta per contrastare il fenomeno. In pratica ha detto che offrendo un buon prodotto al giusto prezzo, con date di rilascio comuni in tutto il mondo e la possibilità di riproduzione su ogni tipo di dispositivo, il problema sarebbe risolto.

La proposta non fa una grinza, se non fosse che l'industria dell'intrattenimento da anni punta molto su prodotti scadenti, applica prezzi troppo alti, fissa date di distribuzione diverse e infine discrimina dispositivi e piattaforme online. Forse quella di Kim Dotcom era una battuta.