Le pressioni della Commissione Europea stanno iniziando a produrre risultati concreti sul comportamento di Microsoft, che si vede costretta a modificare radicalmente l'approccio con cui il suo sistema operativo interagisce con i browser concorrenti. La casa di Redmond ha annunciato una serie di modifiche sostanziali che entreranno in vigore nei prossimi mesi, rappresentando una delle revisioni più significative delle politiche di integrazione software dell'azienda degli ultimi anni. Questi cambiamenti nascono dalla necessità di conformarsi al Digital Markets Act europeo, una normativa che sta ridefinendo le regole del gioco per i giganti tecnologici.
Il percorso normativo che ha portato a questa situazione è iniziato nel 2023, quando Microsoft è stata formalmente designata come "gatekeeper" secondo il DMA, la legge europea sulla concorrenza digitale. Inizialmente, la decisione della Commissione Europea copriva un ampio spettro di servizi: il sistema operativo Windows, il motore di ricerca Bing, il browser Edge, Microsoft Advertising, Outlook e LinkedIn. Tuttavia, l'ambito di applicazione è stato successivamente ristretto per concentrarsi esclusivamente su Windows e LinkedIn.
Una delle modifiche più evidenti riguarda il comportamento del browser Edge, che fino ad ora ha adottato strategie piuttosto aggressive per conquistare utenti. Edge smetterà di insistere per diventare il browser predefinito a meno che l'utente non decida autonomamente di aprirlo. Questa rappresenta una svolta significativa rispetto alle pratiche precedenti, dove le notifiche e i suggerimenti per l'adozione di Edge apparivano frequentemente durante l'utilizzo del sistema operativo Microsoft.
I cambiamenti non si limitano al solo comportamento delle notifiche. Microsoft ha esteso la funzionalità del pulsante "Imposta predefinito", accessibile tramite Impostazioni > App > App predefinite, per coprire una gamma più ampia di tipologie di file nell'Area Economica Europea. Formati come .xhtml e .pdf verranno ora gestiti automaticamente dal browser scelto dall'utente, anziché dalle applicazioni predefinite stabilite da Microsoft.

Il calendario di implementazione prevede tempi relativamente rapidi. Alcune delle modifiche relative ai browser predefiniti sono già disponibili attraverso il Beta Channel nella Build 26120.4151, mentre il rilascio per i clienti finali di Windows 10 e Windows 11 è programmato per luglio. Parallelamente, Microsoft sta introducendo la possibilità per gli utenti dell'Area Economica Europea di installare applicazioni che specifichino provider di ricerca web alternativi per Windows Search, una funzionalità attualmente disponibile nelle build Windows Insider che raggiungerà le versioni definitive entro la fine del mese.
Un cambiamento ancora più radicale arriverà nel corso dell'anno: gli utenti europei di Windows 10 e 11 potranno disinstallare completamente il Microsoft Store, con la possibilità di reinstallarlo successivamente se necessario. Questa opzione rappresenta un livello di flessibilità precedentemente impensabile nell'ecosistema Windows.
Le modifiche annunciate da Microsoft rappresentano il risultato di un processo che ha visto marzo 2024 come momento di svolta, quando l'azienda aveva già implementato una prima serie di cambiamenti per conformarsi al DMA. Tra questi, la possibilità di disinstallare Edge e Bing, l'autorizzazione per le web app di terze parti sulla barra delle applicazioni di Windows, e modifiche alle procedure di accesso per evitare che gli utenti venissero automaticamente collegati a Bing ed Edge.
Jon S. von Tetzchner, CEO di Vivaldi, ha accolto positivamente gli ultimi cambiamenti attraverso un post sui social media, commentando che "la regolamentazione funziona" e riconoscendo alla Commissione Europea il merito di aver ottenuto importanti modifiche a Windows. Tuttavia, von Tetzchner ha anche sottolineato che permangono alcune limitazioni: gli utenti devono ancora accedere manualmente alle impostazioni per modificare il browser predefinito, mentre in passato i browser potevano richiedere direttamente di essere impostati come predefiniti.
Questi sviluppi rappresentano un precedente significativo per l'industria tecnologica, dimostrando come la regolamentazione europea stia effettivamente influenzando le pratiche commerciali dei giganti del software.