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a cura di Marco Giuliani

"No pasaran". Questo l'urlo di battaglia di Bill Gates che nei giorni scorsi ha attaccato lo spam con insolito cipiglio, annunciando che per il 2006 i criminali dello spam globale invece del pane sotto i loro denti troveranno sassi indigesti. A Davos, in Svizzera, il designer in capo del software Microsoft, il fondatore della più importante softwarehouse del mondo, l'uomo che ha portato Windows negli orologi, ha dichiarato che "tra due anni lo spam sarà un problema risolto".

Al World Economic Forum , che come ogni anno si tiene nella località sciistica svizzera, Gates ha spiegato che "già quest'anno faremo molti passi avanti". Come? Gates non si è tenuto sulle sue e, pur dovendo rivolgersi ad una platea non particolarmente tecnica, ha spiegato alcune delle strategie sulle quali il colosso del software e gli esperti dell'antispam stanno lavorando.

La prima strada è legata a forme di autenticazione e identificazione del mittente dell'email , un concetto che ricorda da vicino una iniziativa annunciata recentemente da Yahoo! per la "blindatura" dell'email.

Altra via è quella che toglie di mezzo gli automatismi usati dagli spammer industriali: per accertarsi che una email proviene da un umano e non da una macchina sparaspam potrebbe esserci qualche sorta di "quiz" o di "puzzle", risolto il quale l'email spedita viene considerata "legittima". Si tratta di un metodo legato all'idea di rendere più complesso sul piano del lavoro di computing la gestione dei messaggi in uscita: nulla cambierebbe per l'utente tradizionale mentre uno spammer che invia milioni di messaggi potrebbe trovarsi dinanzi alla necessità di utilizzare macchine molto costose e potenti per gestire i suoi invii.

Gates, che ormai da diverso tempo ha preso di petto lo spam , ritiene che un'altra strada da seguire sia quella di una sorta di tassazione antispam . In questo caso, chi spedisce un'email accetta una sorta di "rischio monetario" per il suo invio: se chi riceve la sua email la ritiene legittima nulla sarà addebitato al mittente, se invece l'email è spammatoria allora chi riceve potrà farla pagare al mittente, evidentemente attraverso protocolli integrati nei network dei provider. Questo, naturalmente, è uno scenario che richiede molti passaggi, compresa una perfetta blindatura del sistema di gestione della posta elettronica e un suo collegamento diretto e inestricabile ad un sistema di pagamento.

Visto che poi glielo chiedevano tutti, Gates ha ammesso che Google è non solo un concorrente ma è anche un'azienda brillante che "mi ricorda Microsoft venti anni fa". Ma ha avvertito: presto le nostre tecnologie di ricerca non avranno rivali.

Ma Davos è stata anche l'occasione per Gates di annunciare un accordo con le Nazioni Unite : Microsoft sfrutterà un proprio fondo da un miliardo di dollari per realizzare centri informatici, fornire software e formazione informatica in molti paesi in via di sviluppo, a partire da Marocco, Mozambico ed Egitto.