Netflix poteva leggere i vostri messaggi privati su Facebook

Alcune rivelazioni alimentano preoccupazioni riguardo la gestione dei dati personali da parte di piattaforme come Meta e le implicazioni per la privacy.

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a cura di Giulia Di Venere

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Lo scorso anno Meta aveva annunciato la sua decisione di interrompere il supporto per contenuti originali su Facebook Watch, come per esempio il talk show Red Table Talk di Jada Pinkett Smith. Questa mossa ha portato alla chiusura dell'app per lo streaming Facebook Watch e ha sollevato interrogativi sul futuro delle iniziative e delle ambizioni di nel settore dello streaming streaming di Meta.

La decisione di abbandonare la produzione di serie originali è stata attribuita principalmente a tagli dei costi nell'azienda, che hanno portato anche a una serie di licenziamenti. Tuttavia, alcuni documenti giudiziari rivelano che dietro questa decisione potrebbe esserci un'altra ragione: a quanto pare, Meta avrebbe ceduto alle pressioni di uno dei suoi principali clienti pubblicitari, Netflix.

Anche Reed Hastings, fondatore ed ex CEO di Netflix, sarebbe stato convocato per fornire documentazione rilevante per il caso.

Tali documenti, depositati in una causa antitrust intentata contro Meta, hanno rivelato che la società avrebbe concesso a Netflix privilegi preoccupanti. La denuncia antitrust originale presentata dai clienti di Meta sostiene che l'azienda avrebbe siglato accordi privilegiati con Netflix e decine di altri sviluppatori di app di terze parti, danneggiando così la concorrenza nel settore dei social media e arrecando danno ai consumatori.

Uno degli aspetti più controversi sollevati dalla denuncia è il presunto accesso concesso da Facebook ai messaggi privati degli utenti a Netflix in cambio di vantaggi commerciali. Si afferma che nel 2013 Netflix avrebbe ottenuto accesso alle caselle di posta private degli utenti di Facebook attraverso accordi denominati "Facebook Extended API". Meta ha dichiarato di aver introdotto la crittografia end-to-end per le chat e le chiamate personali su Messenger e Facebook nel dicembre 2020, ma ciò solleva ugualmente importanti interrogativi sul presunto utilizzo dei messaggi privati per fini commerciali.