Obama vede spie hacker cinesi ovunque, frontiere chiuse

Gli Stati Uniti stanno negando il visto agli hacker cinesi che vogliono partecipare alle conferenze.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Continuano gli scontri digitali tra USA e Cina, e questa volta il fronte è rappresentato dagli aeroporti internazionali. Pare infatti che il governo statunitense stia pensando di proibire l'ingresso agli hacker cinesi che voglio partecipare alle convention del settore.

Si tratta delle famose conferenze Black Hat, delle DefCon: momenti in cui si hacker da tutto il mondo s'incontrano per mettere a confronto le proprie esperienze e imparare gli uni dagli altri. Per gli agenti statunitensi si tratta di un'altra mossa per arginare lo spionaggio di stampo cinese, e si aggiunge alla denuncia di cinque militari in forza a Pechino.

Accuse che prevedibilmente la Cina ha rimandato al mittente, ma le tensioni restano. La decisione sul blocco dei visti non è ufficiale, ma stando alle dichiarazioni raccolte da Reuters il dado sarebbe ormai tratto. I reporter hanno ottenuto l'informazione da una fonte interna che ha chiesto l'anonimato.

Le reazioni da parte della comunità hacker non si sono fatte attendere, e sono in generale apertamente contrarie alla scelta di Washington. Si sottolinea possa danneggiare le relazioni tra i due paesi, senza per questo impedire la circolazione d'informazioni; qualcuno parla apertamente di "razzismo" mentre altri fanno notare come gli hacker che Washington vuole tenere fuori non sono quelli che vanno alle conferenze.

"Sarebbe arduo impedire ai cinesi di partecipare alla DefCon", scrivono i reporter di Reuters, "perché gli organizzatori, attenti alla privacy, accettano solo contanti e i badge non hanno nome". Il blocco dei visti non riguarderebbe tra l'altro solo le due conferenze citate; se lo sono visti negare infatti anche i partecipanti alla conferenza organizzata dalla Space Foundation - dove hanno parlato tra l'altro alti dirigenti dell'intelligence e dello Stato Maggiore statunitense.