Obsolescenza programmata punita con la reclusione?

Costruire oggetti in modo che si rompano dopo un tempo determinato dal produttore potrebbe essere un reato. In Francia si riaccende il dibattito sull'obsolescenza programmata, dopo l'approvazione di un emendamento di tre parlamentari ecologisti. Com'è già successo in passato, la legge non vedrà mai la luce a causa dell'opposizione degli industriali. È la società dei consumi, bellezza, e noi non possiamo farci niente. Oppure sì?

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a cura di Pino Bruno

Sarà molto difficile che l'emendamento approvato venerdì scorso dalla commissione speciale per l'energia dell'Assemblée nationale resista all'esame dell'aula. L'iter del provvedimento sarà lungo e travagliato e l'emendamento probabilmente avrà vita breve, ma è comunque un segnale molto forte spedito al settore industriale. In Francia l'obsolescenza programmata (o pianificata) non è più un tabù. Anzi, secondo i tre parlamentari ecologisti che lo hanno presentato, è addirittura un reato punibile fino a due anni di reclusione, oltre che con una multa fino a 300mila euro. Cioè, chiunque produca oggetti in modo da farli durare poco si renderebbe responsabile di truffa ai danni dei consumatori, sostengono i deputati Eric Alauzet, Denis Baupin e Cécile Duflot. Quest'ultima è addirittura una ex ministra del primo governo dell'era Hollande.

L'idea di fondo è che non possiamo più permetterci l'obsolescenza programmata, per esigenze di sostenibilità economica e ambientale. In Francia il tema è particolarmente avvertito dall'opinione pubblica, e più volte si è pensato a interventi legislativi, finora sempre falliti. Stessa cosa in Italia, dove un'analoga proposta di legge di alcuni deputati di Sinistra Ecologia e Libertà è finita sul binario morto dei provvedimenti neppure presi in esame.

L'ultimo rapporto dell'Agenzia francese per l'ambiente dice che gli acquisti di apparecchi elettronici sono aumentati di sei volte tra il 1990 e il 2007, mentre nello stesso periodo la spesa per le riparazioni è scesa del 40%. Il 44% degli oggetti elettronici finisce in discarica senza neanche un tentativo di riparazione. Non è per caso che la Francia sia il paese in cui stanno rinascendo, grazie alla spinta del movimento dei makers, i laboratori di riparazione più noti come Repair Café.

L'obsolescenza programmata è realtà o leggenda metropolitana? Davvero i produttori di lavatrici, frigoriferi, computer, stampanti, eccetera decidono a priori qual è il ciclo vitale dell'oggetto per favorirne la costante sostituzione? Il mondo scientifico ed economico è diviso sull'argomento, ma si moltiplicano studi e ricerche che propendono per la teoria della pianificazione stabilita a tavolino.

L'iniziativa dei parlamentari francesi (e italiani) è velleitaria? Una battaglia contro i mulini a vento? Può darsi, ma ha comunque il merito di riaprire il dibattito. L'alternativa sarebbe rassegnarsi alla lavatrice ad orologeria.