Organi umani surrogati per salvare le cavie animali

Al via il progetto ATHENA per la realizzazione di polmone, cuore, fegato e reni in miniatura per testare farmaci e sostanze tossiche senza chiamare in causa le cavie da laboratorio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Organi umani riprodotti in miniatura per creare un manichino su cui testare farmaci e agenti tossici per l'essere umano senza bisogno di usare cavie da laboratorio. È questo il lungimirante progetto a cui stanno lavorando gli scienziati del Los Alamos National Laboratory, guidati dalla dottoressa Rashi Iyer.

Il progetto è stato battezzato ATHENA (Advanced Tissue-engineered Human Ectypal Network Analyzer) ed è destinatario di un finanziamento di 19 milioni di dollari da parte della DTRA (Defense Threat Reduction Agency), che sarà erogato nei prossimi cinque anni.

L'homo minutus di ATHENA

L'obiettivo finale è di realizzare un polmone che respira, un cuore che pompa, un fegato che metabolizza e un rene che espelle, tutti collegati tramite un'infrastruttura di tubi il più simili possibile alle connessioni attuate dai nostri vasi sanguigni. Ciascun organo avrà indicativamente le dimensioni dello schermo di uno smartphone e il manichino completo (che Iyer definisce "homo minutus") sarà una versione un po' più piccola di un corpo umano.

"Alcuni scettici potrebbero credere che stiamo parlando di un sogno utopico" ha dichiarato Iyer, "ma siamo fiduciosi che sia realizzabile". In caso di successo "ci sarebbero enormi vantaggi nello sviluppo di sistemi di analisi di tossicità in grado di mimare la risposta di organi umani reali" prosegue Iyer nel comunicato ufficiale. "Con la creazione di un sistema dinamico che imita in modo più realistico l'ambiente fisiologico umano rispetto alle cellule umane statiche in provetta, potremo capire come non mai gli effetti chimici sugli organi umani".  

La dottoressa Rashi Iyer

La scienziata fa notare che circa il 40 percento dei farmaci fallisce i test clinici, e ci sono migliaia di sostanze chimiche i cui effetti sugli esseri umani sono sconosciuti. Fornire un sistema per svolgere screening rapidi e a prezzi accessibili porterebbe grandi benefici in campo medico, e maggiori possibilità di successo nella sperimentazione clinica.

Il ricercatore John Wikswo aggiunge che non si cercherà di "costruire una replica esatta di un fegato umano, ma un modello in vitro che permetta di misurare le risposte di un fegato umano a farmaci e tossine che non possono essere ottenute in altro modo". Il vero successo ci sarà quando il progresso scientifico non richiederà più sacrifici di esseri viventi, questo progetto è un passo importante per arrivarci, facciamo il tifo perché si realizzi.