P2P illegale: adesso gli ISP sono responsabili

Secondo l'ultima sentenza di una Corte belga gli ISP sono responsabili della condivisione illegale degli utenti.

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a cura di Dario D'Elia

Introduzione

Qualche settimana fa la Corte di Bruxelles ha ritenuto un ISP locale responsabile dell'operato illegale dei suoi utenti P2P. Si tratta a tutti gli effetti di una sentenza rivoluzionaria basata sull'interpretazione delle nuove normative europee EUCD: un precedente pericoloso per tutti gli ISP comunitari e soprattutto per gli utenti. In pratica, secondo il collegio giudicante gli ISP disporrebbero finalmente della possibilità di filtrare i contenuti illegali. La loro scelta di non adottare soluzioni di controllo, come ad esempio Audible Magic, quindi d'ora in poi andrà considerata di pura connivenza con il fenomeno della pirateria online.

La sentenza prevede per il provider Scarlet Extended (prima Tiscali) si doti, entro 6 mesi, di un sistema capace di bloccare la condivisione di file illegali. Ad ogni giorno di ritardo corrisponderà una sanzione di circa 2500 euro.Teoricamente le nuove tecnologie di filtering dovrebbero essere in grado di far fronte al problema, ma secondo numerosi esperti il controllo totale è praticamente impossibile. Per questo motivo Scarlet potrebbe decidere anche di disabilitare completamente lo sharing, confrontandosi di fatto con il rischio di perdere gran parte della clientela.

La SABAM, la società degli editori ed autori belgi – sebbene la sentenza non sia stata ancora pubblicata – sostiene che l'azione degli ISP non sarà di controllo totale, ma semplicemente di aggiornamento tecnico. Eppure le associazioni dei consumatori e per le libertà digitali sono di diverso avviso. Secondo il fondatore del PiratPartiet svedese si tratterebbe di un'azione di polizia semplicemente svolta da terzi (Audible Magic).