Pathfinder

50 anni di esplorazione su Marte con sonde e rover: ecco i passaggi principali, fra successi memorabili e insuccessi colossali.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Pathfinder

Un altro grande successo della NASA fu il Mars Pathfinder, una sonda che portava con sé il rover Sojourner. Fu lanciata il 4 dicembre 1996 e Sojourner era molto di più dei lander delle missioni Viking: era un laboratorio scientifico mobile per le analisi in loco che si controllava a distanza.

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Sojourner

Il lander toccò il terreno il 4 luglio 1997 e il rover che sgommò fuori restò attivo per 83 sol (giorni marziani), durante i quali esplorò il terreno nelle vicinanze del sito di atterraggio, scattò 550 fotografie che furono recapitate sulla Terra (in tutto quelle scattate dalla missione Pathfinder furono 16500) ed inviò informazioni preziose sulle proprietà chimiche delle aree che attraversò: furono i primi dati che confermavano scientificamente la presenza di acqua su Marte in un periodo compreso fra 1,8 e 3,5 miliardi di anni fa.

Ares Vallis foto di Pathfinder
Ares Vallis, foto di Sojourner

Sojourner - che molti ancora oggi identificano con il nome della sonda, Pathfinder - ebbe anche il merito di attirare un'altissima attenzione mediatica planetaria su Marte e di fare da precursore alle missioni successive che sono meglio impresse nella nostra memoria: Spirit e Opportunity. Non solo: Sojourner costituisce anche l'esempio di quello che si può fare con un budget relativamente limitato (costò 25 milioni di dollari dallo sviluppo alle operazioni su Marte, comprese produzione e qualifica). Si trattava infatti di un veicolo sperimentale che serviva principalmente per capire quanto la polvere sarebbe stata di ostacolo, se era possibile muoversi con un sistema di locomozione come quello implementato e se il sistema di navigazione semi automatico fosse adatto. La sua missione fu importantissima per lo sviluppo dei rover successivi.

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Se pensate che questa fu l'alba di una nuova era di successi vi sbagliate. Dopo gli strabilianti successi del 1996 la NASA conobbe una battuta d'arresto. Il Mars Climate Orbiter che fu lanciato l'11 dicembre 1998 andò perso il 23 settembre 1999 a causa di un banale errore di interpretazione delle unità di misura. I calcoli furono fatti in base al sistema britannico (libbre e via dicendo) mentre il team di navigazione credeva che fossero nel sistema metrico decimale (quello che usiamo in Italia). Il risultato fu che anziché posizionarsi a un'altezza di 140 - 150 km sulla superficie di Marte l'orbiter entrò nell'atmosfera marziana ad una altezza di 57 km e si schiantò. Avrebbe dovuto darci informazioni sulla meteorologia di Marte e in particolare su cambiamenti climatici a lungo termine.

Mars polar lander front
Mars Polar Lander

Altro insuccesso fu quello del Mars Polar Lander, che fu lanciato il 3 gennaio 1999 con lo scopo di studiare la regione al polo sud di Marte. La NASA perse i contatti con la sonda il 3 dicembre 1999 mentre era in fase di discesa. La NASA incolpa di questi due fallimenti l'approccio eccessivamente "faster, better, cheaper" (più veloce, migliore, più economico) dell'epoca.

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Mars Odyssey

L'adozione di un approccio differente permise nel 2001 di registrare un altro successo epocale. Parliamo della sonda Mars Odyssey che fu lanciata il 7 aprile 2001 e che è attiva ancora oggi.  È strutturata per rilevare la presenza di acqua e ghiaccio sotterraneo, e per studiare le radiazioni nell'ambiente marziano. È entrata in orbita il 23 ottobre 2001, ha completato la prima missione scientifica nel 2004 e da allora ha continuato a studiare il pianeta Rosso e ha costituito un sistema di comunicazione affidabile per le altre sonde che nel frattempo sono arrivate.