Piratare film sta tornando di moda? Sembra di sì

Il rapporto del 2023 di MUSO e Kearney mostra numeri che stanno emergendo nel corso degli ultimi tempi, soprattutto per quanto concerna la pirateria.

Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Il rapporto del 2023 di MUSO e Kearney mostra numeri e nuove tendenze che stanno emergendo nel corso degli ultimi tempi, soprattutto per quanto concerna la pirateria. Con 141 miliardi di visite globali a siti pirata nel 2023, si evidenzia un aumento del 12% rispetto al 2019, dimostrando che la battaglia contro la pirateria è ancora lungi dall'essere vinta.

Film e contenuti TV guidano la carica, rappresentando il 65% delle visite totali, seguiti dall'anime con il 25%. Questi numeri suggeriscono un cambiamento nelle preferenze degli spettatori online, con i tradizionali eventi sportivi in diretta che si piazzano al terzo posto con il 9%. 

Uno sviluppo chiave è l'ascesa dell'India come potenza pirata. Con una crescita dell'80% annuo nel tasso di pirateria, l'India è ora in competizione diretta con gli Stati Uniti, entrambi con l'11% delle visite globali alla pirateria video. Questo aumento è attribuito non solo alla vasta popolazione indiana ma anche alla crescente penetrazione di Internet, che ha aperto nuove opportunità per i pirati.

Guardando oltre le sfide, MUSO e Kearney indicano che la pirateria potrebbe però rappresentare anche un'opportunità per tutti coloro che offrono un servizio streaming. Questo perché permetterebbe di studiare le motivazioni dietro la pirateria, magari cercando al contempo di trasformare i "pirati" in utenti paganti. Christophe Firth di Kearney sottolinea che un cambio di prospettiva può trasformare la crescente pirateria in un'opportunità di monetizzazione, arginando la perdita di entrate.

Il rapporto mette in evidenza che i servizi di abbonamento legali potrebbero guadagnare miliardi aggiuntivi se riuscissero a convertire anche solo una piccola parte degli utenti pirata. Ma è chiaro che con questo continuo "minestrone" di sottoscrizioni non fa certamente bene al mercato, soprattutto in un periodo storico come questo, dove l'inflazione sta colpendo tutti.