Qualcuno vuole fare le scarpe alla SIAE, su misura

La SIAE pare essere estranea alla proposta di legge svelata da Altroconsumo; il giallo si infittisce

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a cura di Dario D'Elia

La SIAE è innocente. Ha dichiarato ufficialmente di non essere stata coinvolta nella redazione della recente proposta di legge sulla "diffusione telematica delle opere d’ingegno". Eppure qualche giorno fa Altroconsumo aveva svelato non solo lo scottante documento ma anche l'oscuro zampino dell'associazione editori.

A chi credere a questo punto? Alla SIAE che giura fedeltà al Comitato Anti-Pirateria, e quindi ai suoi propositi di confronto per una nuova legge, o ad un'associazione dei consumatori piuttosto rompiscatole?

A mio personale giudizio la SIAE può anche smentire ogni coinvolgimento, ma è evidente che una proposta come quella scoperta da Altronconsumo non nasce per fare gli interessi degli utenti – tesi per altro condivisa dalla maggior parte degli esperti. Se poi si considerano le recenti affermazioni di Sandro Bondi, Ministro per la Cultura, sulla scelta italiana di seguire la dottrina Sarkozy lo scenario sembra essere piuttosto preoccupante… Abbiamo la conferma dell'esistenza di una lobby antagonista della SIAE ancora più conservatrice. Non sono ancora chiari i suoi obiettivi, ma presto lo scopriremo.

Per la cronaca: mentre la SIAE viene apparentemente calunniata, sul suo sito ufficiale si parla solo di Brian Weitz, del gruppo punk Animal Collective. "Non voglio creare un disco pensando all'iPod", sottolinea l'artista.

E certamente son cose che fanno pensare.