Il parere dell'avvocato Guido Scorza

Un piccolo provider Internet del Nord Italia comunica ai clienti che annullerà i contratti se non saranno interrotte le attività pirata online. Dietro a questa mossa, la pressione delle Major di Hollywood.

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a cura di Dario D'Elia

L'avvocato Guido Scorza – uno specialista nel settore del copyright - ci ha confermato l'anomalia della prassi, a prescindere dal fatto che l'utente avesse o meno scaricato materiale illegale. "Ricorda il caso della FAPAV (Federazione antipirateria audiovisiva) che nel 2010 tirò in ballo la responsabilità dei provider nei confronti delle segnalazioni da parte dei detentori di copyright", ha detto l'avvocato. "La Federazione avrebbe voluto i nominativi dei clienti per poi procedere per vie legali, ma i provider si opposero".

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Avv. Guido Scorza

La causa presso il Tribunale di Roma si risolse con la sconfitta della FAPAV anche a seguito di una dura presa di posizione del Garante della Privacy, che sottolineò l'irregolarità dell'investigazione online attuata ai danni degli utenti.

"Lo stesso successe con il caso Peppermint nel 2006, dove sostanzialmente lo studio legale della casa discografica acquisiva i nominativi attraverso il provider e scriveva direttamente minacciando. Siamo sulla quella scia", ricorda Scorza. "Resta il fatto che c'è un trattamento illecito dei dati personali. L'acquisizione dell'indirizzo IP e l'analisi del traffico è tollerata solo in un caso, ovvero quando si voglia far valere un proprio diritto in tribunale".

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"Persino nel regolamento AGCOM e nella temuta legge Hadopi francese il trattamento dati è svolto da un soggetto pubblico con ausilio di associazione di categoria. Nella vicenda segnalatami invece abbiamo un monitoraggio che traccia il comportamento degli utenti".

Da una parte è discutibile l'azione dei detentori di copyright e loro intermediari, dall'altra il provider si mette in una posizione difficile facendosi messaggero di una richiesta che sa di minaccia.

"La condotta del provider è curiosa ma non illecita. Nel caso in cui decida di annullare il contratto dell'utente però si potrebbe profilare un abuso di diritto. Recedere unilateralmente per problemi infrastrutturali è un conto, farlo perché un terzo sostiene che un cliente è responsabile di pirateria è altra cosa. Solo un tribunale può decidere se un utente è un pirata o meno", conclude Scorza.