Quando si parla di intelligenza artificiale non ci si riferisce di certo a funzioni come queste, ma la tecnica adottata da un gruppo di pirati informatici nella creazione del loro malware è un ottimo indizio per capire quale sia la cura con cui i cyber-criminali pianificano i loro attacchi.
Questa volta hanno deciso di proporre una nuova versione di Rakhni, un trojan piuttosto conosciuto, che è stato modificato per garantire ai suoi autori il massimo profitto.
Il malware, in pratica, una volta installato sul PC della vittima esegue alcuni controlli (come la presenza di una cartella dedicata ai Bitcoin) per decidere quale sia la strategia migliore per portare a casa soldi.
Se il proprietario del computer infetto ha a disposizione cripto-valuta, funziona come un ransomware prendendo in ostaggio i file e chiedendo un riscatto. In caso contrario (e se il PC viene considerato abbastanza potente) installa un miner per sfruttarne la potenza di calcolo e creare così la moneta virtuale.
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