Razzi a fusione nucleare per la spedizione umana su Marte

University of Washington e MSNW stanno lavorando alla fusione nucleare applicata ai razzi per rivoluzionare l'esplorazione spaziale. Un mezzo di questo tipo potrebbe raggiungere Marte in diverse settimane invece che mesi. In estate il test più importante.

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a cura di Dario D'Elia

Razzi a fusione nucleare per raggiungere Marte più velocemente. Questo è il progetto di un gruppo di ricercatori della University of Washington e degli scienziati della specialista in propulsione MSNW. La NASA ci crede fermamente, tanto più che finanzia l'iniziativa grazie all'Innovative Advanced Concepts Program.

"Con l'uso degli attuali missili a propellente è quasi impossibile per gli umani esplorare lontano dal pianeta Terra", sostiene John Slough, ricercatore e docente di aeronautica alla University of Washington. "Speriamo di ottenere una più potente risorsa di energia per lo spazio che possa alla fine rendere i viaggi interplanetari una cosa comune".

Concept di veicolo spaziale per Marte

La NASA oggi stima che un viaggio di andata e ritorno per Marte richiederebbe con le attuali tecnologie più di 4 anni. Senza contare la spesa per il propellente dei razzi: il costo per il lancio sarebbe superiore ai 12 miliardi di dollari.

Slough ovviamente ha iniziato ad attirare l'attenzione quando ha parlato della possibilità di ridurre i tempi di spedizione marziana a 30-90 giorni sfruttando per di più una tecnologia a fusione che costerebbe notevolmente meno. I test di laboratorio hanno dimostrato la fattibilità di ogni fase del processo. Adesso è giunto il momento di un esperimento finale che metta insieme tutti gli elementi per produrre l'attesa fusione. Si prevede che possa avvenire entro la fine dell'estate.

Sotto il profilo tecnico il team ha avuto una felice intuizione: sviluppare un particolare tipo di plasma racchiuso nel suo stesso campo magnetico. La fusione nucleare avviene quando il campo viene potenziato a tal punto da aumentare a un livello altissimo la pressione sul plasma. In laboratorio la singola operazione ha funzionato.

Per altro i calcoli dicono che un granello di questo materiale è in grado di produrre la stessa energia di un gallone (3,7 litri) di propellente. Da ricordare che per lo Space Shuttle ci volevano diverse tonnellate di carburante per i lanci.

"Penso che chiunque abbia gradito di vedere la conferma del principale meccanismo che abbiamo usato per comprimere il plasma", ha aggiunto Slough, riferendosi all'ultimo simposio a cui ha partecipato. "Speriamo di interessare il mondo sul fatto che la fusione non è lontana 40 anni e non costa sempre 2 miliardi di dollari".

Anche i rischi nucleari sono stati ridimensionati: rispetto a una bomba a idrogeno il fattore energetico è stato ridotto di un miliardo di volte. Troppo poco anche per pensare a un'esplosione significativa.