Recensione altoparlante Bluetooth Creative iRoar Go

Il Creative iRoar Go è un altoparlante Bluetooth dotato di ben cinque trasduttori che garantiscono una notevole pressione sonora e che può finire tranquillamente sotto un getto d'acqua

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a cura di Gianluca Bocci

Creative iRoar Go

 

Il Creative iRoar Go è un altoparlante Bluetooth dotato di ben cinque trasduttori che garantiscono una notevole pressione sonora e che può finire tranquillamente sotto un getto d'acqua

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CONTRO: bassi sempre in primo piano, app che non consente di regolare il volume e di creare una playlist, possibilità di ricarica unicamente con alimentatore dedicato

VERDETTO: un altoparlante Bluetooth da strapazzare senza patemi d'animo e da usare sotto la doccia, mentre siamo all'università e quando siamo in viaggio, abbinando versatilità a qualità audio

Amo la musica e la ascolto ovunque, anche in bagno. Un luogo ideale - ma non certo l'unico - per il Creative iRoar Go, un altoparlante Bluetooth dotato di certificazione IPX6: in pratica può finire sotto un getto d'acqua senza alcun rischio. Questo aspetto non è, come vedremo, l'unico che lo rende un prodotto interessante.

Hardware

Il Creative iRoar Go ha dimensioni ridotte a 54x192x97 mm, che rendono ragionevole anche il traporto nello zaino. È un po' pesante, 810 grammi, ma è giustificato dalla qualità dei materiali e dal notevole comparto audio. All'interno del Creative iRoar Go troviamo cinque trasduttori: due driver da 1.5" per le alte frequenze, un driver al neodimio da 2.5" per le medie e basse frequenze e due scenografici driver passivi.

Basta riprodurre un brano ricco di bassi per vedere le due placchette in alluminio spazzolato schizzare avanti e indietro di parecchi millimetri. Questo anche grazie alla generosa doppia amplificazione, separata per la sezione alta e quella medio/bassa.

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L'interazione con il Creative iRoar Go è garantita da tanti controlli manuali: ho contato ben 12 pulsanti sulla parte frontale e superiore dell'altoparlante. Altrettanto numerose le spie che indicano l'accensione, verde o rossa secondo la carica della batteria; la fonte in uso, la registrazione, la riproduzione casuale. La scritta luminosa Roar indica se è attivo l'omonimo effetto. Un'altra spia indica se è attiva l'equalizzazione.

Sulla parte alta dell'altoparlante, ben protetti da due sportellini di gomma, inizialmente un po' troppo duri da aprire, troviamo tutte le connessioni: lettore MicroSD, MicroUSB, USB, AUX e alimentazione. Purtroppo la carica del Creative iRoar Go è possibile solo tramite l'alimentatore proprietario (15V 1.6A): la carica è completa in meno di tre ore, ma se lo dimentichiamo a casa non possiamo sfruttare in alternativa un banale cavo USB.

Flessibilità

Il Creative iRoar Go può riprodurre musica da varie fonti: da smartphone e tablet via Bluetooth (con abbinamento via NFC), ma si può anche inserire una scheda microSD fino a 32 GB: i formati compatibili sono MP3 (fino a 320 kbps), WMA (fino a 320 kbps), WAV (fino a 16 bit 48kHz PCM) e FLAC (fino a 48kHz, 1300Kbps).

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Si può usare la porta USB per una chiavetta o un hard disk, ma anche per collegare un computer oppure a una PlayStation 4: in questo caso il Creative iRoar Go fa da scheda audio. Lo abbiamo provato su Windows 7 e Windows 10, verificando che l'installazione è automatica e richiede meno di un minuto. Infine c'è l'ingresso AUX per collegare una fonte esterna o un microfono, usando l'adattatore in dotazione; in questo caso il Creative iRoar Go diventa un amplificatore per la propria voce, prezioso per presentazioni oppure lezioni.

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Possiamo anche usare il Creative iRoar Go come vivavoce Bluetooth: nella mia prova l'interlocutore mi sentiva molto bene, purché io fossi a massimo mezzo metro di distanza dall'altoparlante. Il microfono integrato può essere utilizzato anche per registrare su MicroSD.

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Il Creative iRoar Go ha una batteria da 5200mAh, che ci ha permesso 18 ore di riproduzione a medio volume. All'occorrenza può ricaricare smartphone e tablet tramite la porta USB, con correnti massima di 1A. C'è anche un'applicazione da usare come telecomando, Sound Blaster Connect, che è però molto limitata: non consente di controllare il volume né di creare una playlist dei brani riprodotti da MicroSD o da dispositivo USB.

Qualità audio

Il Creative iRoar Go suona in modo molto diverso se la si colloca verticalmente, con la griglia rivolta verso di noi, oppure orizzontalmente, ovvero con la griglia rivolta verso l'alto. Inoltre la presenza di pareti più o meno vicine cambia la percezione delle basse frequenze. Posizionato per terra vicino ad un angolo dà l'impressione di avere un subwoofer dal generoso litraggio; in verticale con il retro a contatto con una parete offre invece bassi più definiti e controllati.

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Ma se volete davvero stupire gli amici provate a metterlo in orizzontale sopra ad un mobile alto. Otterrete un suono molto avvolgente e si perderà la percezione della provenienza del suono stesso. Si avrà quindi l'illusione che la musica provenga da diffusori invisibili.

Se non vi basta o non potete giocare con il posizionamento, potete anche divertirvi con l'effetto Roar e con le equalizzazioni. L'effetto Roar è una sorta di loudness potenziato, la cui resa dipende molto dal tipo di brano riprodotto. In alcuni casi è sconsigliabile, in altri molto buono.

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L'equalizzazione è personalizzabile dalla sezione Sound Experience dell'app Sound Blaster Connect. Si può impostare la curva su +/-3dB su 8 bande tra 125 e 16k Hz. Oppure si può scegliere tra molte impostazioni pronte all'uso: vi consiglio di sperimentare il Superwide che, anche con il Creative iRoar Go a mezzo metro di distanza, dà l'illusione di averlo almeno un paio di metri più lontano.

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Questi effetti comunque alternano un po' il suono e i puristi preferiranno disattivarli per avere la migliore resta sonora possibile. Il Creative iRoar Go riproduce molto bene tutte le frequenze, anche se i bassi hanno sempre una tendenza a risultare protagonisti, sicuramente per via dei due driver passivi. L'ascolto si è rivelato molto appagante. Mentre sto scrivendo queste righe sto ascoltando The Sound of Muzak dei Porcupine Tree: nonostante stia tenendo il volume al 20%, riesco a riconoscere distintamente tutti gli strumenti e a collocarli sulla scena sonora.

Conclusioni

Cosa chiedere ad un altoparlante Bluetooth? Che suoni bene, che suoni forte, che suoni a lungo. Il Creative iRoar Go è tutto questo e anche di più. Può ricaricare lo smartphone, fare da altoparlante durante una lezione o una conferenza, offre una diversa resa sonora secondo la collocazione, un'equalizzazione flessibile ed è impermeabile.

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Se proprio devo trovargli un difetto sarebbe nel software. In un paio di occasioni l'altoparlante si è bloccato e ho dovuto riavviare il sistema premendo a lungo il tasto di accensione. Controllando poi sul sito della Creative ho trovato un aggiornamento (versione 1.2.161107.171) che sembra aver risolto il problema. Anche l'applicazione avrebbe bisogno di qualche ritocco.