Qualità ottica (135mm)

Recensione - Test di due ottiche da ritratto d'eccezione per reflex Canon EOS: il Canon EF 85mm F1.2 e il 135mm F2. Serie Luxury, grande apertura massima e massima qualità.

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a cura di Tom's Hardware

Qualità ottica (135mm)

Altro campione di nitidezza, il 135mm f/2 L USM non raggiunge le vette assolute dell'85mm, ma impressiona in egual misura per l'eccellente comportamento ad elevate aperture e ai bordi del fotogramma. Iniziamo col dire che, al centro dell'immagine, già a f/2 siamo a ridosso delle 3000 LW/PH su una 5D Mark III, garanzia di immagini nitide e incise. Tale elevata nitidezza si mantiene su livelli  eccellenti fino a f/8 - calando poi dolcemente ad aperture inferiori ma rimanendo utilizzabilissimo anche ad aperture "da macro" come f/16. La massima nitidezza questo obiettivo la garantisce, per la cronaca, tra f/4 e f/5.6 - due aperture sostanzialmente equivalenti da questo punto di vista.

Aiutato anche dal fatto che l'apertura massima non arriva all'insano f/1.2 dell'85mm, la nitidezza ai bordi dell'immagine è mai meno che buona (oltre 2000 LW/PH) entro l'amplissimo intervallo di aperture tra f/2 e f/16. Confrontando i valori numerici si nota che l'85mm è in assoluto superiore a parità di apertura, ma il fatto che il 135mm si fermi a f/2 fa si che la nitidezza minima garantita sia più elevata, e forse anche per questo quest'ottica si è costruita negli anni fama di teleobiettivo eccezionalmente nitido, soprattutto ai bordi e negli angoli.

Come sempre, le prestazioni ottiche sono ancora migliori utilizzando ottiche full-frame su corpi macchina APS-C, che utilizzando solo la parte centrale del cerchio d'immagine prodotto dall'obiettivo, ricavano il meglio dalle ottiche con attacco EF.

Anche in questo caso, il contrasto è ai massimi livelliL'aberrazione cromatica, trascurabile al centro a qualsiasi apertura, si nota ai bordi solo alla massima apertura f/2, ma basta passare a f/2.8 per renderla insignificante in ogni punto del fotogramma.

Per quanto riguarda l'effetto vignetta, vale quanto detto a proposito dell'85mm, rispetto al quale il 135mm si comporta in modo del tutto analogo. Sulla full-frame 5D Mark III, senza alcuna correzione, agli angoli si perdono nel caso peggiore 2,68 stop a tutta apertura (f/2). A f/2.8 la perdita si riduce considerevolmente, sia per entità (-1.41 f/stop massimi) sia per estensione sul fotogramma, interessando solo gli angoli estremi dell'immagine; a F/4 si perde meno di uno stop e solo in una porzione ridotta di immagine, per cui già a questa apertura e senza correzione la visibilità del difetto nelle immagini reali è ridottissima o nulla.

Anche in questo caso, vale la considerazione per cui la vignetta può facilmente essere corretta in camera, anche se dobbiamo segnalare un episodio bizzarro: il software Canon DPP non è in grado di reperire online il profilo di quest'ottica, pertanto la correzione automatica "ottimizzata" non è in questo caso possibile. Di nuovo, come ottica da ritratto la vignettatura può non essere considerata un difetto, mentre in ottica di fotografia sportiva tipicamente lo è, e questo guasta un po' la festa per chi già si vedeva dentro il palazzetto dello sport a scattare costantemente a f/2. 

La compatibilità con il moltiplicatore 1.4x aggiunge versatilità al 135 in ambito sportivo: si ottengono circa 190mm equivalenti con apertura massima f/2.8.  

La distorsione è presente e anche in questo visibile in assenza di correzioni in-camera, anche se di entità inferiore e di segno opposto: +1.04%, cioè leggera distorsione a cuscinetto. Di nuovo, le correzioni in-camera - che non avrebbe alcun senso disabilitare - sono efficaci e annullano di fatto il difetto.

Per quanto riguarda la resistenza al flare, quest'ottica non brilla. Un tele luminoso con il sole in un angolo del fotogramma è una situazione di scatto "impossibile", e la progettazione datata di quest'ottica non aiuta. Il flare risulta visibile a qualsiasi apertura. Obbligatorio quindi l'uso del paraluce quando si scatta in esterno, che è un consiglio del resto valido per qualunque obiettivo.

L'autofocus, sulla 5D Mark III, si è dimostrato assolutamente accurato senza alcun bisogno di calibrazione fine.