Rifiuti elettronici, Italia a due velocità

La raccolta di rifiuti elettronici in Italia va piuttosto bene, ma conferma le divisioni territoriali.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La raccolta dei rifiuti elettronici in Italia ha visto una grande spinta in avanti nel 2008, anno nel quale sono stati raccolti ben 65.713.414 Kg di apparecchi dismessi, come apprendiamo dal rapporto (pdf) del Centro di Coordinamento RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

Il 2008 è anche il primo anno nel quale la raccolta è stata controllata e monitorata, e quello in cui gli oneri di smaltimento sono gradualmente passati dagli Enti Locali ai produttori delle apparecchiature stesse, che pagano in proporzione alla loro quota di mercato, secondo il principio "chi inquina paga". 

I rifiuti elettronici sono ritenuti la causa di inquinamento e malattie in molte zone del mondo.

Il rapporto fotografa un'Italia dove il 75,8% della popolazione ha accesso ad un punto di raccolta specifico, ma con una distribuzione molto eterogenea: al nord la copertura è molto alta, sempre superiore al 95%, per poi scendere insieme alla latitudine, fino al 25,7% della Sicilia.

La quantità di rifiuti raccolti per regione rispecchia questa realtà, con la Lombardia prima, con 19.629.670 kg di RAEE raccolti, e a chiudere il Molise, con 128.013 Kg.

Al di là dei numeri quello che conta rilevare è che la raccolta di questi rifiuti è cresciuta sensibilmente, secondo delle stime, di pari passo con il miglioramento dell'infrastruttura relativa, il cui ultimo anello è il cittadino stesso, che deve scegliere se smaltire coscientemente le vecchie apparecchiature o abbandonarle dove capita.

Stando alle promesse del ministro Prestigiacomo, coerenti con le indicazioni della comunità Europea, in futuro sarà possibile consegnare la vecchia apparecchiatura quando si acquista quella nuova, senza ulteriori oneri.

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