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Roaming Zero, da oggi la telefonia mobile senza frontiere

Da oggi i costi del roaming per chi viaggia tra i paesi membri della UE sono un ricordo. Ci sono però alcuni dettagli a cui prestare attenzione.

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a cura di Alessandro Crea

Pubblicato il 13/06/2017 alle 16:47 - Aggiornato il 15/06/2017 alle 09:35

Il 15 giugno è una data storica non solo per le telecomunicazioni ma per l'Unione Europea. Come certamente ricorderete infatti da oggi i costi aggiuntivi di roaming per i cittadini dell'UE che vogliano telefonare al di fuori della propria nazione sono azzerati. Ciò significa che, nei 26 Paesi dell'unione Europea più alcuni altri, i piani tariffari mobile, sia in abbonamento che ricaricabili, resteranno invariati anche quando ci rechiamo all'estero, per quanto riguarda chiamate, SMS e traffico dati.

Roaming Zero

La fine del roaming, di cui si è iniziato a parlare nell'ormai lontano 2005, è parte di una strategia più ampia, che ha come obiettivo l'abbattimento totale delle barriere alla libera circolazioni delle informazioni digitali all'interno dell'UE e la creazione del cosiddetto Digital Single Market. Non a caso un altro passo è quello che porterà, nei prossimi 6 mesi, alla rimozione del geoblocking per i contenuti in streaming, che attualmente impedisce di usufruire di contenuti in streaming come Netflix o Spotify quando ci si trova in un altro Paese dell'Unione Europea.

Leggi anche: UE, dal 2018 portabilità degli abbonamenti streaming

Purtroppo però le cose non saranno certamente così semplici. Non sono pochi gli analisti secondo cui gli operatori telefonici finiranno per rivalersi dei costi aggiuntivi che pure restano, aumentando i prezzi delle tariffe nazionali. Del resto sta già avvenendo in questi giorni, con diverse rimodulazioni al rialzo da parte di alcune telco.

Leggi anche: Roaming UE addio, la guida definitiva per sapere tutto

La rimozione del roaming inoltre sembrerebbe penalizzare gli utenti business che magari hanno sottoscritto in passato profili tariffari più costosi che integravano già i costi di roaming all'interno della UE. A quanto pare però le diverse aziende si stanno orientando verso una soluzione che prevede l'aggiunta del roaming ad esempio negli Stati Uniti o in altri stati europei che non fanno parte dell'Unione.

Quali sono i Paesi in cui non pagheremo?

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L'Europa come entità geografica e l'Unione Europea come entità politico-economica non combaciano. Per evitare confusione dunque vi riportiamo di seguito le nazioni in cui si pagherà e quelle escluse dall'accordo.

Leggi anche: Addio al roaming esteso a Islanda, Norvegia e Liechtenstein

Niente roaming se telefoneremo o navigheremo da: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

Leggi anche: Brexit roaming, tariffe pazze per loro e per noi?

I legislatori europei inoltre hanno firmato alcuni accordi individuali con Paesi che non fanno parte dell'Unione, vale a dire Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Nonostante la Brexit inoltre, almeno per quest'estate, non pagheremo il roaming nemmeno nel Regno Unito. In questo caso però il futuro non è garantito e molto dipenderà dai negoziati per l'uscita definitiva del Paese dalla UE.

Occhio al traffico dati

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Se le cose sono chiare e semplici per quanto riguarda telefonate e SMS altrettanto non si può dire del traffico dati. Per ora infatti non c'è ancora un accordo globale sull'argomento. Navigare all'estereo senza costi aggiuntivi infatti sarà possibile, ma con qualche accortezza. Il monte dati di cui disponiamo infatti potrebbe non essere lo stesso di cui godiamo normalmente a casa a seconda della tariffa a cui si aderisce. Gli operatori infatti potranno applicare il cosiddetto "data cap" al traffico disponibile, se a noi costa meno di 7,7 euro più IVA per ogni gigabyte. Questo infatti è il costo minimo per il traffico Internet stabilito dalla Commissione Europea all'interno dell'Unione. Per non far pagare costi extra ai cittadini europei dunque si rimoduleranno piuttosto al ribasso le soglie incluse nel piano telefonico, quando ci si trova all'estero. Applicare o meno questa limitazione è discrezionale, per cui prima di recarvi all'estero vi consigliamo di verificare bene cosa prevede il vostro operatore.

Attenzione anche a superare le soglie

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Un'altra cosa a cui fare attenzione sono i costi aggiuntivi al momento in cui si dovessero superare le soglie previste, non soltanto per il traffico dati ma anche per chiamate ed SMS. Ovviamente se avete piani tariffari con traffico illimitato la cosa non vi riguarda, ma tutti gli altri è meglio che ricordino che gli accordi prevedono un costo massimo di 3,2 centesimi di euro + IVA per ogni minuto di chiamate effettuate e 1 centesimo di euro più IVA per ogni messaggio in più.

Si possono acquistare SIM in altri Paesi dell'UE?

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La risposta è no. Gli accordi escludono categoricamente la possibilità di acquistare SIM in nazioni magari dal costo della vita inferiore per poi sfruttarle a casa propria, risparmiando così sui costi.

A tale proposito anzi ciascun operatore ogni quattro mesi effettuerà dei controlli per appurare la provenienza del traffico telefonico dei propri utenti. Se più della metà (50% + 1) delle chiamate, SMS o traffico dati arriverà da un Paese diverso da quello di residenza si applicheranno le tariffe di roaming.

La scadenza quadrimestrale non è casuale ma è stata pensata per dare la possibilità a chi è all'estero per vacanza o per corsi di formazione, di portare a termine la propria attività in modo lecito, senza incorrere in sanzioni o dover acquistare una SIM locale. Inoltre, se nell'arco di 24 ore ci si ricollega alla rete del Paese di residenza anche se prima si risultava all'estero, l'intera giornata verrà calcolata come traffico nazionale, non andando così a incidere negativamente sulla percentuale di traffico all'estero consentita ogni quattro mesi. Una decisione presa per favori i tanti lavoratori cosiddetti "frontalieri" che cioè vivono vicino al confine e tutti i giorni lo attraversano per lavorare in un'altra nazione.

Operatori reali e virtuali

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Alcuni operatori reali come Vodafone, Wind e Tre hanno anticipato di alcuni mesi la fine del roaming. Il primo e l'ultimo dal mese scorso, Wind addirittura da aprile. TIM invece ha deciso di adeguarsi secondo i tempi prestabiliti e pertanto eliminerà i costi del roaming su tutti i suoi piani tariffari a partire dalla mezzanotte del 14 giugno.

Leggi anche: Vodafone, ufficiale l'addio ai costi di roaming in Europa

Più complessa è invece la posizione degli MVNO, i cosiddetti operatori virtuali, la cui vasta famiglia è composta per lo più da operatori minori. Proprio per questo motivo alcuni potrebbero chiedere una proroga di un anno prima dell'adeguamento al regolamento europeo e, finora, non tutti hanno annunciato il recepimento della fine del roaming. Non avendo una propria infrastruttura di rete infatti gli MVNO pagano traffico all'ingrosso sia in Italia che all'estero e possono avere dunque maggiori difficoltà nell'adeguarsi rapidamente alla direttiva.

Leggi anche: Wind azzera il roaming UE a partire dal 24 aprile

Erg Mobile, Kena Mobile, Noitel Mobile, Tiscali Mobile, CoopVoce, PosteMobile e Fastweb Mobile comunque hanno già fatto sapere che dal 15 giugno saranno allineati alla direttiva. Fastweb Mobile in particolare, oltre a non prevedere sovrapprezzi su traffico voce e SMS, garantirà 1 giga di traffico dati senza costi aggiuntivi per tutti i Paesi dell'Unione Europea, una scelta diversa rispetto a quanto previsto, che ha reso dunque necessaria una deroga da parte del garante per le comunicazioni.

Lycamobile invece non consentirà l'utilizzo dei pacchetti all inclusive quando ci si trova all'estero, ma applicherà comunque le tariffe standard a consumo previste in Italia.


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