Scorporo della rete Telecom, bloccata la risoluzione per ora

L'altro ieri è mancato poco che le commissioni di Camera e Senato votassero una risoluzione per lo scorporo della rete Telecom, ma il Governo ha preferito tirare il freno.

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a cura di Dario D'Elia

Il Governo l'altro ieri ha fatto saltare la convocazione delle commissioni lavori pubblici e attività produttive di Camera e Senato che avrebbero dovuto valutare la risoluzione di Massimo Mucchetti (PD) sulla possibile fusione tra la rete di Telecom e quella di Open Fiber.Secondo indiscrezioni sarebbe stato lo stesso sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, a tirare il freno. Ma non bisogna farsi trarre in inganno dal quel che potrebbe sembrare un salvataggio in extremis dell'ex-monopolista, poiché l'eventuale scorporo della rete difficilmente potrà mai avvenire con uno strappo.

telecom

Giacomelli ha più volte sottolineato che la privatizzazione di Telecom fu uno sbaglio, ma anche che una possibile creazione di una newco di rete non può essere imposta dall'alto. "Non siamo dirigisti. È una valutazione che tocca ai privati", ha ribadito pochi giorni fa.

La proposta di Mucchetti gode di un supporto trasversale in parlamento, però in questo momento avrebbe complicato lo scenario. Nello specifico la sua proposta è di conferire la rete Telecom Italia in una nuova società da quotare in Borsa che preveda la partecipazione dello stesso ex monopolista, Enel, Metroweb e altri azionisti - quindi direttamente o indirettamente Cassa Depositi e Prestiti.

La newco si caricherebbe di una parte del debito di Telecom, come suggeriva anche l'analista Maurizio Matteo Decina, e lo Stato rimarrebbe un'azionista di minoranza (tramite Enel e Metroweb).

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Ovviamente il tema chiave sarebbe la valutazione della rete, che sempre Decina stima tra i 10 e i 15 miliardi di euro a seconda di più variabili. Da ricordare che l'AD uscente Flavio Cattaneo in sede di audizione al Senato sparò provocatoriamente la cifra di 20/25 miliardi di euro.

scorporo

Mucchetti nella sua proposta fa un riferimento anche al tema del controllo di Telecom Italia, poiché permetterebbe di escludere "il ripetersi di comportamenti da parte del socio francese che fanno pensare all'esistenza di una direzione e un controllo non dichiarati, una situazione che, se confermata dall'indagine della Consob appena iniziata, potrebbe comportare il lancio di un'Opa totalitaria da parte di Vivendi su Telecom Italia".

La risoluzione se fosse stata valutata dalle quattro commissioni competenti delle due Camere, in caso di approvazione avrebbe obbligato il Governo al pugno duro con Telecom. Una stituazione da scongiurare, soprattutto considerata la delicatezza del momento condizionato dai fronti Mediaset-Vivendi, Telecom-Infratel e cambio dei vertici aziendali.

Anche una buona idea a volte può naufragare solo per questione di timing.