Sigarette elettroniche ad alto voltaggio: pericolo formaldeide

Un gruppo di ricercatori della Portland State University sostiene che la vaporizzazione con e-cig da 5 volt generi formaldeide, una sostanza pericolosa e cancerogena.

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a cura di Dario D'Elia

Le sigarette elettroniche ad alto voltaggio (5 volt), caricate con liquidi alla nicotina, generano alti livelli di formaldeide che potrebbero danneggiare la salute. È questa l'ultima scoperta di un gruppo di ricercatori della Portland State University, recentemente pubblicata (Hidden Formaldehyde in E-Cigarette Aerosols) sul New England Journal of Medicine.

Fortunatamente la maggior parte delle e-cig disponibili sul mercato sono di solito sotto la soglia dei 5 volt – normalmente 2/3 volt – ma quelle più evolute magari anche configurabili in più dettagli, a fronte di prestazioni più alte potrebbero rendersi più pericolose.

Hidden Formaldehyde in E-Cigarette Aerosols

Hidden Formaldehyde in E-Cigarette Aerosols

Prima di tutto la formaldeide è riconosciuta come una sostanza cancerogena. Dopodiché bisogna chiarire che non è presente nei liquidi e-cig (certificati) ma come spiegano i ricercatori si può formare dalla degradazione del glicole propilenico che normalmente viene vaporizzato. Sul New England Journal of Medicine vi sono tutti i dettagli dell'esperimento, le trasformazioni chimiche e le analisi delle particelle liquide contenute nel vapore.

I liquidi aerosolizzati sono stati raccolti in un sistema di spettroscopia di risonanza magnetica nucleare", si legge nell'estratto della ricerca. "Con ogni svapata, sono stati consumatori dai 5 agli 11 mg di liquido, e da 2 a 6 mg di liquido analizzati. A basso voltaggio (3,3V) non abbiamo rilevato la formazione di ogni agente a base di formaldeide. Ad alto voltaggio (5V) sì".

Indicativamente si stima che svapare 3 ml al giorno – in configurazione a 5V – possa far inalare 14,4±3,3 mg quotidiani di agente nocivo.

Liquidi e-cig

Liquidi e-cig

In pratica si hanno rischi cancerogeni tra le 5 e le 15 volte superiori rispetto a quelli associati al consumo di fumo (tradizionale) di lungo periodo. Fermo restando il fatto che nelle bionde vi sono decine di altre sostanze nocive.

"Penso che sia solo un altro elemento di prova in più da aggiungere agli altri che dimostra come le e-cig non siano assolutamente sicure", ha dichiarato David H. Peyton, uno dei ricercatori. La risposta della American Vaping Association non si è fatta attendere.

"Questo studio sul dispositivo ha sfruttato condizioni che in alcun modo hanno replicato come attualmente gli esseri umani usano le e-cig", ha risposto il presidente Gregory Conley. "Chiunque usa e-cig con un settaggio altro si fermerebbe – almeno dopo due o tre spavape – perché quella è un'esperienza sgradevole".

In Italia ha espresso scetticismo Riccardo Polosa, direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e primario di Medicina Interna del Policlinico Universitario di Catania.

"In condizioni normali, ossia a bassi voltaggi, non viene prodotta alcuna formaldeide, mentre in condizioni di uso altamente improbabili e non assolutamente realistiche (cioè ad alti voltaggi) livelli importanti di formaldeide venivano misurati", ha commentato a caldo.

"In queste ultime condizioni, il surriscaldamento prodotto è tale da danneggiare l’atomizzatore e da generare un vapore dal gusto orribile che lo svapatore non è in grado di tollerare. Pertanto, continua a non esistere un rischio aumentato di cancro al polmone quando le e-cig vengono utilizzate in condizioni di uso normali".

"Piuttosto, notiamo una continua insistenza ad utilizzare in maniera non realistica le sigarette elettroniche per le valutazioni scientifiche".