Smart home, in Italia nel 2017 il mercato cresce del 35%

Il mercato dei prodotti smart home è cresciuto del 35% in Italia nel corso del 2017: si tratta di numeri importanti che però non ci fanno ancora recuperare il gap rispetto ad altre nazioni europee.

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a cura di Alessandro Crea

Tra videocamere di sorveglianza, termostati, caldaie e lavatrici proliferano gli impieghi delle soluzioni Internet of Things per la Smart Home, il cui mercato in Italia ha raggiunto quota 250 milioni di euro nel 2017, con una crescita drastica, pari al 35% rispetto al 2016. Un incremento però che, sebbene risulti in linea con la crescita dei principali Paesi occidentali, in termini assoluti è ancora inferiore rispetto al resto d'Europa. A dirlo sono i dati della ricerca sulla Smart Home dell'Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi al convegno dal titolo "Non manca (quasi) più nessuno: la Smart Home apre i battenti".

Dai risultati si evince che nel mercato italiano della casa connessa, insieme alle startup che offrono oltre metà dei prodotti in vendita, sono entrati grandi produttori con brand affermati, dotati di una rete di vendita capillare e di una filiera fidelizzata di installatori, fattori cruciali per aumentare la fiducia dei consumatori. Il 38% degli italiani infatti possiede già almeno un oggetto smart in casa, ma tra questi ben il 74% ha richiesto l'aiuto di un professionista per l'installazione e il 51% si dice preoccupato per i rischi legati alla privacy e ai cyber attacchi da parte di malintenzionati.

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"Con un'offerta variegata ed eterogenea, il mercato delle soluzioni IoT per la Smart Home in Italia presenta un elevato tasso di crescita nel 2017", ha commentato Giulio Salvadori, Direttore dell'Osservatorio Internet of Things. A spingere in particolare sarebbero le applicazioni per la sicurezza e per la gestione del riscaldamento e degli elettrodomestici. "Le motivazioni di acquisto dei consumatori infatti sono riconducibili principalmente a pochi bisogni: la possibilità di avere la propria abitazione sotto controllo, la maggiore comodità nello svolgere attività ricorrenti e il risparmio energetico".

"Nonostante la forte crescita, sono ancora numerose le barriere su cui le aziende devono concentrare gli sforzi", ha aggiunto Angela Tumino, Direttore dell'Osservatorio Internet of Things. "In particolare le difficoltà nell'installazione dei prodotti, la carenza di servizi che effettivamente consentano di creare valore e la scarsa riconoscibilità di molti dei brand che oggi presidiano il mercato. Privacy, Cyber Security e i nuovi algoritmi di Intelligenza Artificiale sono aspetti cruciali per lo sviluppo di soluzioni affidabili e attrattive sul mercato, puntando alla corretta gestione e valorizzazione dei dati che nel futuro saranno sempre più frequentemente messi a disposizione dagli oggetti connessi nelle

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In particolare, le tre principali barriere ancora da superare sono l'installazione dei prodotti, l'integrazione dell'offerta con servizi di valore e la presenza di brand affermati. Il 73% delle oltre 370 soluzioni IoT per la casa connessa censite dall'Osservatorio dovrebbe poter essere installato in autonomia, ma alla prova dei fatti spesso l'utente deve rivolgersi a un installatore specializzato, causando costi aggiuntivi. Sono rari inoltre i servizi che effettivamente consentono di creare valore per l'utente: oggi solo nel 27% dei casi è presente almeno un servizio nella soluzione offerta, spesso di base, come la gestione dei dati su cloud o l'invio di notifiche push in caso di imprevisto. Infine, oggi oltre metà dei prodotti in vendita è offerto da startup con scarsa forza e riconoscibilità del brand, spesso quindi non percepite come sufficientemente mature e affidabili dai consumatori.

E per quanto riguarda i canali di vendita? In Italia, il principale canale di vendita della Smart Home resta la filiera tradizionale composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico, che vale 175 milioni di euro nel 2017, pari al 70% del mercato (+15% rispetto al 2016). Ma una quota sempre più consistente, pari al 30%, è imputabile a canali di vendita alternativi come retailer online e offline, assicurazioni, telco e utility, che con la loro forte crescita (+125%) rendono la casa connessa accessibile a un pubblico sempre più vasto.

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Il merito di questa crescita è in primis degli eRetailer (+150%), che contribuiscono al 13% del mercato (circa 32 milioni di euro). Anche i retailer multicanale crescono bene (+65%, 9% del mercato), ma se da un lato aumentano le vendite di grandi elettrodomestici connessi, dall'altro emergono segnali di contrazione per i prodotti sugli "scaffali Smart Home" (-30%). Sono ancora limitate le vendite di assicurazioni, telco e utility, che contribuiscono complessivamente - con un peso simile - all'8% del mercato.

Ad oggi sono 12 le utility che hanno lanciato soluzioni Smart Home in Italia, con offerte diverse. Tra le telco la grande novità è il lancio di nuove soluzioni con acquisto integrato di dispositivi e SIM con un piano tariffario flessibile. Tra le assicurazioni, con l'ingresso di alcuni grandi player oggi 9 compagnie propongono polizze casa con oggetti connessi, coprendo il 50% del mercato assicurativo domestico ramo danni: un mercato ancora limitato in cui si osservano iniziative interessanti.


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