Spotify annulla gli abbonamenti su iPhone, ecco cosa sta succedendo

Spotify cancella gli abbonamenti Apple, spostando gli utenti su account gratuiti. Gli sviluppatori contestano le tariffe degli app store, le autorità di regolamentazione valutano metodi di pagamento alternativi.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Spotify sta annullando gli abbonamenti di quegli utenti che pagano tramite il sistema di Apple; saranno passati alla versione gratuita e con pubblicità, e potranno abbonarsi nuovamente usando un sistema di pagamento diverso.

La novità è legata a una scelta del 2016, quando Spotify decise che non avrebbe più accettato nuovi abbonamenti tramite App Store, in protesta alla “tassa” del 30% richiesta da Apple. All’epoca, tuttavia, i consumatori che già avevano attivato l’account premium non subirono alcuna conseguenza. Oggi anche quelle persone dovranno ri-attivare l’account premium tramite un sistema diverso.

Ora Spotify sta informando i suoi clienti che ancora pagano tramite App Store, che presto il servizio non sarà più supportato. Passeranno automaticamente all’abbonamento gratuito e con pubblicità. "Se si desidera mantenere l'abbonamento Premium, sarà necessario sottoscrivere nuovamente l'abbonamento dopo che l'ultimo periodo di fatturazione sarà terminato e l'account sarà passato all'account Free" dice il messaggio.

Per Spotify chiaramente è un rischio, perché gli ex-abbonati potrebbero semplicemente decidere di passare ad Apple Music o un altro concorrente. Ma l’azienda svedese si sarà fatta i suoi conti, e avranno deciso che conviene prendersi questo rischio piuttosto che continuare a pagare il 30% ad Apple.

Forse c’è stato un incoraggiamento indiretto da parte di Netflix, che di recente ha in qualche modo interrotto il servizio e alzato i prezzi, ma la conseguenza è stata un aumento degli abbonati e dei profitti.

Una questione più ampia

La questione delle commissioni non è nuova e non riguarda solo Spotify. Sono tanti gli sviluppatori di app che mal sopportano di pagare quel 30% ad Apple - e lo stesso vale per Google. Uno dei casi più famosi è quello che vede Apple opporsi ad Epic in tribunale, che ha portato addirittura all’esclusione di Fortnite dai dispositivi iOS. Spotify ha anche una pagina pubblica per spiegare in 5 punti la sua posizione.

Inoltre, non si tratta solo di discussioni tra aziende: diversi enti regolatori nel mondo stanno considerando o la possibilità di obbligare Apple e Google ad accettare metodi di pagamento alternativi, su cui non guadagnerebbero alcuna commissione.

Google ha già introdotto la User Choice Billing (UCB) in alcune aree del mondo, mentre nel caso di Apple per ora non è possibile fare pagamenti con altri strumenti. L’azienda di Cupertino potrebbe presto cambiare sistema, ma finora si è (comprensibilmente) opposta fieramente a ogni ipotesi di legge in tal senso.

A tal proposito, è importante il fatto che in Apple faccia parte dei sette “gatekeepers” nella cornice del Digital Markets Act (vedi la pagina ufficiale). Ciò significa che, almeno in Europa, l’azienda californiana sarà obbligata legalmente a offrire strumenti di pagamento alternativi. Anzi, forse proprio quest'ultima novità potrebbe essere stata la spinta di cui Spotify aveva bisogno.

Almeno in teoria, ma come sappiamo l’applicazione di certi obblighi può sempre riservare delle sorprese, se le aziende hanno un interesse diretto a fare le cose diversamente.