Ne "Le fontane del paradiso" Arthur C. Clarke aveva immaginato un unico governo mondiale a tutela del bene comune, senza confini. Uno dei tanti esempi presi in prestito dalla fantascienza che mi è saltato in mente quando ho letto dell'ultima provocazione di Stephen Hawking. Il fisico britannico infatti ha spiegato che senza un governo mondiale la tecnologia ci distruggerà.
O meglio, la razza umana sarà distrutta da guerre nucleari o biologiche, e per evitarlo l'unica strada è controllare la tecnologia e gli istinti di chi la detiene. Soprattutto questi ultimi, perché come ha spiegato Hawking "dall'inizio della civiltà l'aggressività è stata utile perché ha portato dei vantaggi nella sopravvivenza". Ora però la tecnologia è avanzata a un ritmo tale che questo istinto potrebbe distruggere tutti noi con una guerra nucleare o biologica. Per evitarlo dobbiamo "controllare questa aggressività e usare la logica e la ragione".
Come? Trovando un modo per identificare le minacce prima che abbiano la possibilità di crescere, e a suo avviso l'unico modo sarebbe appunto "una qualche forma di governo mondiale". Un'idea che come accennato all'inizio non è nuova, anzi di concetti simili è piena la fantascienza (dal Grande Fratello a Il mondo nuovo) e non solo. La storia narra che fin dall'epoca degli antichi greci e romani ci fossero promotori di un governo mondiale che potesse garantire la pace e la convivenza tra tutte le popolazioni umane (benché le idee di mondo e governo ai tempi fossero molto diverse dalle nostre). Lo argomentarono anche Dante Alighieri nel De Monarchia e l'illuminista tedesco Immanuel Kant in un saggio, giusto per fare un paio di esempi.

Non c'è quindi da sorprendersi per l'idea di Hawking, che forse proprio pensando agli esempi di cui sopra ha lanciato l'ennesima provocazione non per scendere in politica, ma per far riflettere la gente e costringerla anche se solo per qualche minuto a usare quella logica e quella ragione che ogni tanto sembra sfuggente.
Come spesso accade lo scenario che propone non è a senso unico e non è esente da potenziali effetti collaterali. Infatti nella sua analisi ammette che nonostante in taluni frangenti potrebbe essere la soluzione ideale, potrebbe creare più problemi che altro, "potrebbe diventare una tirannia". Allora perché proporla? Perché a dispetto delle apparenze si definisce un ottimista e alla fine crede che "la razza umana saprà affrontare queste sfide".
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Qualcuno non mancherà di sottolineare che estinguerci sarebbe già una soluzione ai nostri problemi, e come battuta è efficace. Per una volta però mi piacerebbe che i commenti si elevassero a un livello di analisi un po' più sofisticato, perché se da una parte è vero che molte cose non meriterebbero nemmeno lo sforzo di articolare un commento, è pur vero che ci sono degli aspetti di questa nostra umanità che nonostante tutto meritano una riflessione prima di una condanna a cuor leggero. O no?