Supercomputer italiano Aurora Tigon con Xeon Phi 5120D

La friulana Eurotech annuncia che la seconda generazione dell'Aurora Tigon adotterà i coprocessori Xeon Phi 5120D di Intel.

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a cura di Manolo De Agostini

Eurotech ha presentato alla fiera internazionale dei supercalcolatori in programma a Lipsia in questi giorni, la seconda generazione del supercomputer Aurora Tigon dotato di coprocessori Intel Xeon Phi 5120D. Eurotech è un'azienda italiana (si trova ad Amaro, in provincia di Udine), di cui abbiamo avuto modo di parlare nei mesi scorsi per Eurora, il supercomputer efficientissimo installato al Cineca di Bologna.

Fu proprio in quell'occasione che ci venne detto che Intel aveva un problema in ambito HPC, cioè il formato delle soluzioni Xeon Phi. Con il modello 5120D, di cui abbiamo scritto nelle scorse ore, questo problema sembra svanire.

"La grande efficienza ottenuta dall'implementazione dei processori Intel Xeon E5 e dei coprocessori Intel Xeon Phi 5120D ha permesso di lanciare sul mercato uno dei supercomputer più energeticamente efficienti al mondo. Misure effettuate sul sistema hanno confermato valori attorno ai 3 GFlops per watt", riporta una nota stampa di Eurotech, in cui si segnalano anche prestazioni di circa 310 TFlop/s per singolo rack con un footprint di circa 1,5 metri quadrati.

Il raffreddamento è quello a liquido (Aurora), ed è diretto, sia per quanto concerne i processori Xeon che gli acceleratori Xeon Phi. La soluzione a liquido diretto permette di aumentare la temperatura dell'acqua di raffreddamento fino a oltre 50 °C, caratterista che consente di ridurre o di eliminare nel centro dati l'uso del raffreddamento ad aria, oneroso sia del punto di vista energetico che economico.

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A livello "green", i Tigon contribuiscono a una riduzione di più di 1500 tonnellate di emissioni di CO2 per armadio, lungo il ciclo di vita utile. In aggiunta, l'acqua calda in uscita dal calcolatore può essere usata per il riscaldamento ambientale, nei chiller ad assorbimento o nei processi industriali. Le elevate densità e conseguenti risparmi di spazio contribuiscono a un ulteriore riduzione dell'impronta di carbonio.