Telecom Italia batte cassa a Google e Facebook

I colossi hi-tech statunitensi fanno guadagni incredibili sfruttando la Rete degli operatori. Di conseguenza dovrebbero partecipare agli investimenti sulla banda larga. Bernabè non fa sconti a Google, Facebook, Skype e Apple.

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a cura di Manolo De Agostini

Bernabè come De Benedetti (De Benedetti: Google parassita, vive alle nostre spalle). Dall'editoria ai gestori della banda larga, il monito è chiaro: Apple, Google, Skype e Facebook e in generale tutti i colossi statunitensi dell'hi-tech "sfruttano commercialmente la rete senza contribuire ai costi, compromettendo la sostenibilità economica dell'attuale modello di business delle TLC", ha dichiarato l'amministratore delegato di Telecom Italia.

Secondo Bernabè "dopo aver eliminato, correttamente, il monopolio delle infrastrutture di trasporto e di accesso, si rischia di creare le condizioni affinché le posizioni dominanti, costituitesi al di fuori della filiera TLC, possano gradualmente estendersi nel segmento degli operatori di rete".

I colossi dei servizi statunitensi ''oltre a drenare quote crescenti di ricavi, stanno assumendo sempre più rapidamente la fisionomia di operatori integrati nel settore delle reti TLC. […] Google non è più un motore di ricerca, ma dispone di una delle reti internazionali più capillari al mondo".

"Si tratta di fenomeni - ha sottolineato Bernabè - che vengono messi talvolta in secondo piano rispetto ad altre problematiche'' ma che ''se non affrontati con la dovuta tempestività e consapevolezza anche dalle istituzioni, sono destinati a compromettere la sostenibilità economica dell'attuale modello di business delle TLC".

Bernabè ha però concluso rincarando la dose, lanciando un'importante accusa. "Queste aziende sottraggono fondi anche all'erario visto che sono all'estero e con profili fiscali tutti da verificare".