Telecom Italia scorpora se l'Europa toglie il guinzaglio

Lo scorporo della rete Telecom Italia è fortemente condizionato dalle scelte di Bruxelles. Se le nuove raccomandazioni sulla rete di accesso libereranno le mani agli incumbent il progetto andrà avanti, in caso contrario potrebbe non essere conveniente.

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a cura di Dario D'Elia

Lo scorporo della rete Telecom Italia dai servizi sarà condizionato dalle scelte della Commissione Europea. Il Commissario per l'Agenda Digitale Neelie Kroes pare essere intenzionata a rimandare le sue raccomandazioni sulle reti di nuova generazione a giugno, invece che giocarsi subito la partita a gennaio. Le novità normative sono oggetto di dibattito in Europa e nella sostanza, secondo più analisti, condizioneranno anche il valore economico dello scorporo Telecom.

Un momento di esitazione per Kroes

Kroes deve fare chiarezza sull'impianto tariffario applicato alla rete di accesso: sarà totalmente libero oppure sono previsti paletti? Ecco, questo dettaglio fa ovviamente fluttuare il valore delle reti e quindi dell'operazione imbastita da Telecom Italia e la Cassa Depositi e Prestiti. Allo stesso tempo è evidente che la totale libertà d'azione sul mercato (quindi tariffe non orientate al costo) consentirebbe all'incumbent ricavi potenziali ben più alti rispetto ad oggi. Insomma, le linee guida di Kroes sono fondamentali per ogni tipo di previsione finanziaria applicata allo scorporo.

Il Commissario fino a un mese fa è sembrata piuttosto convinta della sua posizione, ma le obiezioni delle Authority TLC francese e tedesca hanno congelato un po' il tutto. È evidente che una rete di accesso completamente abbandonata alle regole di mercato, con incumbent ancora potenti, rimetterebbe in discussione persino i poteri dei "controllori".

"Stiamo lavorando a un range di misure per creare stabili condizioni comuni in Europa a favore di concorrenza, investimenti e crescita, che dovrebbero anche rendere il processo di consolidamento cross-border più attraente", ha dichiarato Kroes recentemente al Financial Times. Ancora un richiamo implicito, forse, alla super-rete europea.