Telecom Italia non entrerà a far parte del consorzio Fibra per l'Italia di Fastweb, Vodafone e Wind. "Nei condomini si finisce per litigare", ha dichiarato ieri l'AD dell'azienda dal Salone del Libro di Torino. Chissà cosa avrà pensato il viceministro allo Sviluppo economico Paolo Romani, primo sostenitore di un tavolo unico perché la rete "è una e resterà una".
Fibra ottica, questa sconosciuta
"Mi sembra che l'architettura proposta sia di una rete punto a punto che costa dal 50% al 100% in più rispetto a quella multi punto", ha aggiunto il dirigente. "[…] ovviamente abbiamo i nostri piani e su questi continueremo. Quindi saranno benvenute le ipotesi di collaborazione che non interferiscono con questi ultimi".
Insomma, non si contano gli impedimenti dirimenti e si intuisce una certa mancanza di volontà . Anche perché sembra inspiegabile una posizione così arroccata senza per altro aver partecipato ad alcun incontro con le parti coinvolte.
È evidente però che se la UE dovesse accettare la bozza Kroes (Telecom chi? La UE pronta a cancellare privilegi) sulle Next generation network lo scenario cambierebbe totalmente. Telecom sarebbe obbligata a condividere il suo network e i cavidotti a prezzo di costo, aprire all'unbundling della fibra e concedere un accesso bitstream su fibra. Fine dei giochi.