Tenta di superare la dogana con 68 iPhone legati al corpo

L’ennesimo caso di traffico di iPhone in Cina, mostra chiaramente che il contrabbando di materiale tecnologico è tutt’altro che arginato.

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a cura di Andrea Maiellano

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Nemmeno una settimana fa vi abbiamo riportato di come le autorità cinesi abbiano interrotto un traffico di CPU falsificate. Oggi, invece, vi parliamo di un uomo che ha tentato l'ormai noto metodo del passare i controlli doganali con qualcosa di legato al corpo… in questo caso, ben 68 iPhone.

Secondo quanto riportato da CnBeta, il 21 luglio gli ufficiali doganali di Qingmao, in Cina, hanno notato un uomo con una "postura anomala" mentre varcava il confine attraverso la corsia "niente da dichiarare". Gli addetti alle dogane, considerando la mole di persone dalla postura anomala che varcano quel gate settimanalmente, erano già a conoscenza di cosa aspettarsi, soprattutto considerando che, meno di un mese prima, un individuo con una postura simile era stato scoperto con ben 306 CPU nascoste addosso.

L’uomo di 68 anni, coinvolto in questo “incidente”, sperava forse di ottenere risultati migliori utilizzando la stessa tattica e, incurante di tutto e di tutti, ha scelto di attaccare 68 iPhone all'addome e alle gambe.

Pur non sembrando un numero considerevole di dispositivi, se comparato ad altri episodi analoghi, dall’immagine sottostante si può notare quanta massa fosse aggiunta al corpo del contrabbandiere.

Come anticipavamo, casi simili ne abbiamo già letti  in passato. Nel 2017, per esempio, una donna ha tentato di contrabbandare 102 iPhone e 15 orologi di lusso, per un peso complessivo di oltre 18 chilogrammi, attraverso le dogane di Shenzhen.

Vendere così tanti telefoni, o qualsiasi tipo di hardware, in Cina senza pagare le dovute tasse d'importazione si rivela allettante per molti contrabbandieri, morivo per il quale moltissime persone sono disposte a rischiare.

Oltre ai casi che coinvolgono gli iPhone, menzionati poc’anzi, un altro episodio ha visto un uomo che ha legato ben 420 SSD al suo corpo; un altro caso, invece, ha visto una coppia di individui provare a contrabbandare 256 processori Intel Core i7-10700, e Core i9-10900K, durante l'acuta carenza di chip nel 2021; lo scorso marzo, c'è stato chi ha tentato il trucco con ben 239 CPU, insomma i casi sono molteplici e nella maggior parte degli episodi, quello che realmente sconvolge, è che si tratta di semplici corrieri, “assunti” da terzi con il semplice scopo di tentare di passare i controlli doganali con la merce richiesta.

Nonostante le autorità abbiano messo in atto una serie di procedure per arginare il contrabbando di hardware, sembra che alcune persone, e altrettante organizzazioni, non siano disposte a cedere. L'appetibilità dei profitti che questo tipo di operazione può generare continua a spronare nell’adottare metodi sempre più stravaganti e creativi, dimostrando che la lotta tra le autorità e i contrabbandieri è tutt'altro che giunta alla sua conclusione.