Terra da tutelare e Spazio da scoprire, missione per bambini

Interessante intervista con Umberto Guidoni, ex astronauta italiano che ci parla di ecosostenibilità, del nostro futuro nello Spazio e molto altro.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Poco tempo fa nella rubrica dei libri per bambini ho consigliato "Otto passi nel futuro. Martino e Zioguido raccontano il mondo che verrà", un libro molto divertente per bambini scritto da Andrea Valente e Umberto Guidoni, ex astronauta italiano che ha fatto due missioni con lo Space Shuttle ed è stato sulla Stazione Spaziale Internazionale.

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Il libro mi aveva colpito perché non è affatto scontato partire dallo Spazio per parlare di sostenibilità e ambiente sulla Terra. Per non parlare delle prospettive tecnologiche che ventila in maniera naturale e spontanea. Per saperne di più ho avuto un'interessante chiacchierata con Umberto Guidoni, che vi propongo in questa notizia e che vale la pena leggere per le prospettive che apre e che in molti frangenti non sono scontate.

Leggi anche: Dall'acqua al cibo "otto passi nel futuro" per i bambini

Si dice sempre che guardando la Terra dallo Spazio si capisce quanto sia fragile e quanto abbia bisogno di essere tutelata. È per questo che ha deciso di scrivere "Otto passi nel futuro" per i bambini?

Umberto Guidoni"Sicuramente questa è stata una delle motivazioni, forse la principale. L'esperienza di poter andare nello Spazio e di poter vedere il nostro pianeta da un punto di vista diverso lascia un ricordo quando poi si torna sulla Terra. Si cerca di comunicare quando possibile – nelle scuole in particolare e soprattutto ai più giovani – la fragilità che si è vista dallo Spazio. Il punto essenziale è che il futuro riguarda soprattutto loro; gli adulti hanno attualmente la responsabilità di una situazione che non si deteriorerà così presto. Le generazioni a venire invece potrebbero trovarsi davanti a problemi difficili da affrontare. Prima si raggiungerà la consapevolezza di questo meglio è, quindi è bene lavorare con i più piccoli.

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Poi anche perché – grazie alla collaborazione con Andrea Valente – il rapporto con i giovani è un'esperienza molto divertente. Oltre a parlare ai più piccoli di Spazio – perché anche lo Spazio sarà il loro futuro – è importante insegnargli pratiche quotidiane che potrebbero fare la differenza nel nostro futuro.

Ho notato che i bambini quando sono convinti sono molto più abili anche ad educare i genitori e gli adulti, perché sono rigorosi. Se si convincono che bisogna risparmiare l'acqua riescono a farlo fare anche ai genitori, quindi sono forse il tramite di comunicazione più efficace".

Acqua, sostenibilità, ambiente sono gli argomenti centrali del libro, scelti perché sono quelli che con le piccole cose fatte anche dai bambini possono migliorare. Ai genitori cosa direbbe che ai bambini non può dire?

Umberto Guidoni"Abbiamo cercato di mantenere un atteggiamento leggero in tutto il libro perché è anche giusto che sia così visto il pubblico a cui si rivolge, e perché bisogna essere ottimisti quando si pensa al futuro della nuova generazione, che in parte è in mano ai bambini.

Quello che direi ai genitori è che forse dovrebbero essere preoccupati perché la situazione non è drammatica ma è seria, quindi va affrontata in modo serio. Credo che sia passato il momento in cui si discute se ci siano stati i cambiamenti climatici, adesso bisogna concentrarsi su come affrontarli. A cominciare dal fatto che i cambiamenti climatici sono già avvenuti, quindi avremo comunque da fronteggiare situazioni sempre più estreme dal punto di vista delle condizioni meteo.

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Questo non significa situazioni da fine del mondo, ma prima ci prepariamo e meglio è, investendo un po' più di risorse nella prevenzione e nella gestione del territorio, costruendo un futuro migliore per i nostri figli. Anche dal punto di vista dei costi dei nubifragi, degli allagamenti e di tutto quello che potrà esserci nel futuro".

Qualcuno dei lettori se l'è presa, sostenendo che quella dell'acqua è tutta una frottola, perché l'acqua che va nel lavandino torna comunque nel ciclo dell'acqua quindi non è uno spreco. Come potrebbe un bambino spiegare a un genitore che la pensa così che si sta sbagliando?

Umberto Guidoni"Il modo per dimostrare che si sta sbagliando è guardare a quello che sta succedendo nel mondo. La desertificazione avanza. L'acqua è un bene prezioso perché è vero che c'è tanta acqua nel mare, ma è anche vero che per renderla potabile ci vuole talmente tanta energia che diventa complicato, infatti ci sono pochi paesi in cui questo si può fare.

L'acqua dolce, che noi consideriamo disponibile perché ci arriva a casa, non è disponibile in tutto il mondo nello stesso modo e basta guardare nei posti dove l'acqua scarseggia per capire quant'è importante e vedere l'atteggiamento che quelle popolazioni hanno nei confronti dell'acqua.

Noi abbiamo vissuto grazie allo sviluppo tecnologico ed economico una situazione che forse non durerà a lungo, quindi è meglio essere prudenti adesso e cercare di usare l'acqua nel modo migliore possibile".

Mia figlia è rimasta affascinata da molti degli scenari che ha proposto nel libro, come il letto che si alza per invogliarci ad alzarci, o la pillola alla pastasciutta. È uno scenario un po' da fantascienza, o ci arriveremo prima o poi?

Umberto Guidoni"Spero che non arriveremo alle pillole perché farebbero perdere parte del fascino di prepararsi il cibo. Però una parte di automatizzazione nel processo di produzione del cibo e anche l'idea che si possano utilizzare materie prime che oggi consideriamo non commestibili – come gli insetti – si potrà avverare nel momento in cui la popolazione continuerà a crescere e le risorse diminuiranno. Grazie all'efficienza potremo far fronte a una richiesta sempre maggiore di cibo.

Dall'altra parte mi auguro che questa cosa sia fatta nel modo giusto e che insieme alla macchina che prepara il cibo resti anche la possibilità di cucinarsi un buon piatto di pastasciutta".

Tre sogni di un bambino che lo Spazio, inteso anche come ricerca e tecnologia, potrebbe realizzare.

Umberto Guidoni"Alcune delle tecnologie di cui parliamo nel libro sono chiaramente immaginate per i paesi in via di sviluppo - come i sistemi di desalinizzazione dell'acqua - e sono tecnologie che sono state sviluppate anche grazie alla ricerca spaziale.

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I pannelli solari sono un'altra cosa importante perché man mano che il prezzo diminuisce e diventano sempre più leggeri e affidabili si potranno portare anche nei villaggi africani. Spesso pensiamo di aiutare il terzo mondo costruendo grandi impianti e grandi fabbriche, per loro sarebbe già importante riuscire a tenere il cibo al fresco quando lo raccolgono. Oggi grazie ai pannelli solari si può immaginare di avere quel po' di energia che serve per far funzionare una cella frigorifera, piuttosto che una pompa per tirare su l'acqua da un pozzo.

Sono piccole cose che a noi sembrano quasi ovvie perché fanno parte della nostra vita quotidiana, ma che possono cambiare sensibilmente la qualità della vita nei paesi meno sviluppati.

Per quanto riguarda l'immaginazione dei nostri ragazzi, penso che sia realizzabile nell'arco della prossima generazione l'idea di poter andare nello Spazio non necessariamente diventando astronauti, ma magari per trascorrere un fine settimana sulla Luna o in orbita attorno alla Terra".

Cosa direbbe di positivo e di negativo ai bambini che sognano di andare nello Spazio da grandi?

Umberto Guidoni"Di positivo c'è l'idea che in qualche modo andare nello Spazio riprende il fascino per l'esplorazione, che si è perso con la conoscenza dettagliata del nostro Pianeta. Non c'è più nessun posto così isolato da accendere la fantasia di romanzi di avventura di Salgari o Verne. Lo Spazio è ancora così: se e quando riprenderà l'esplorazione e si manderanno di nuovo esseri umani sulla Luna, su Marte, magari su satelliti di Giove o di Saturno, quella sarà la nuova frontiera dell'esplorazione.

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Il lato negativo è che lo Spazio è un ambiente molto pericoloso e molto difficile. Però penso che lo Spazio da questo punto di vista sia anche quell'elemento che ci aiuta a lavorare insieme, indipendentemente dalle singole culture, idee religiose. Lo Spazio è quello che può dare la motivazione alle grandi potenze di lavorare insieme e la ISS ne è la dimostrazione concreta.

Per costruire un avamposto nello Spazio c'è voluto il meglio di tutti i paesi più avanzati e questo è un po' lo spirito con cui dovremmo andare nello Spazio, e sarebbe un elemento di progresso che ci insegnerebbe anche a vivere meglio sul nostro Pianeta. È lo spirito giusto con cui ci avventureremo nei prossimi decenni a lasciare il nostro pianeta e cercare di esplorare nuove realtà. Penso che se i nostri nipoti realizzeranno una società che vive su Marte, quello sarà un grande passo avanti confrontabile per certi versi alla scoperta dell'America. Lì una nuova generazione comincerà a vivere in condizioni completamente diverse e probabilmente anche con leggi e rapporti sociali leggermente diversi sia nei loro confronti sia verso il pianeta d'origine".

Cosa le manca dell'andare nello Spazio?

Umberto Guidoni"La libertà di movimento dal punto di vista fisico per l'assenza di peso. E il fascino di avere lasciato il proprio Pianeta e di essere al confine della conoscenza umana e delle capacità tecniche umane.

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Ci vogliono tanti anni di preparazione, molti sacrifici nella vita privata e famigliare in cambio di queste opportunità. Credo che la vita sia sempre un bilancio fra sacrifici e risultati quindi in questo senso lo Spazio non è diverso dalle cose terrestri, salvo il fatto che richiede tempi maggiori".