Voglio andare su Marte, vi spiego perchè

Intervista a Simone Mari, il ragazzo 25enne italiano che si è candidato per la missione Mars One perché ama talmente tanto la Terra da voler portare un po' di umanità su un altro Pianeta.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

In ogni caso adesso Simone vuole andare su Marte. Perché?

"Avevo messo da parte il sogno di diventare astronauta, ma l'annuncio di Mars One mi ha dato la possibilità di far tornare possibile un sogno e ho capito subito che vi avrei partecipato, per quanto folle e quanto pazza sia questa idea di intraprendere uno dei classici sogni da ragazzo, ho capito che non avrei lasciato passare oltre questa occasione. Io credo che in qualche misura tutti vogliamo uscire ai cieli di questo Pianeta e viaggiare fra le stelle. Fra di noi ci sono gli astronomi e gli astronauti. Ai primi piace studiare le realtà dal punto di vista teorico,  poi ci sono agli astronauti a cui piace andare a toccare con mano queste realtà e immergersi loro di persona. Io sono fra questi, ed è il motivo per cui mi sono sentito chiamato in causa da questo concorso.

Tutti abbiamo vissuto esperienze che nel bene e nel male sono state molto intense: il primo amore, la perdita di una persona cara, il sesso, un lungo viaggio. Però a pensarci bene sono esperienze che hanno vissuto milioni di persone. Io mi sono chiesto: come dev'essere vivere un'esperienza, un progresso storico che nessuno ha mai sperimentato? E se fossi proprio io a farlo? Questa esuberante emozione, questo pensiero mi ha spinto a provare. Vivo questa opportunità senza stress, senza pensare: se non arrivo alle selezioni finali della mia vita che faccio. Però voglio buttarmi divertendomi e con dedizione, cercando di dare il meglio".

Simone non si nasconde comunque dietro a un dito: è consapevole che quella c'è in ballo è una sfida tecnico scientifica senza precedenti. Di questa impresa infatti Simone ha studiato tutti i particolari, si è letto tutto il materiale pubblicato sul sito di Mars One, le FAQ e i progetti, da bravo studente.  Di feedback da Mars One non ne ha ancora ricevuti, è troppo presto, però ha spulciato tutto. È consapevole che forse l'organizzazione non riuscirà nell'intento, "soprattutto per motivi logistico-finanziari" ci spiega. Intanto si è studiato gli aspetti pratici del viaggio e dell'addestramento, gli aspetti etici e morali.

"Nei miei amici ho visto subito un'ondata di interesse sia su Facebook sia nella vita reale e mi ha fatto piacere. Sto spingendo tutti a date a dare un'occhiata e a consultare il mio profilo".

Noi restiamo però perplessi davanti alla parte tecnica del progetto: il viaggio verso Marte, con tutti i rischi che comporta, e le condizioni sul Pianeta Rosso con la quantità di radiazioni a cui si è esposti. Si tratta di un progetto rispetto al quale la missione degli astronauti NASA sulla ISS sembra una passeggiata rinvigorente.

"Basti pensare al viaggio d'andata anche solo dal punto di vista umano e psicologico. Ho dato un'occhiata al modulo abitativo: passare svariati mesi in quell'ambiente è parecchio stressante, e la cosa si accumula ai problemi che avete citato. L'aspetto della stabilità emotiva è critica (per usare un eufemismo), e continuo ad avere i miei dubbi. Anche agli equipaggi di Magellano e Colombo fu detto che non sarebbero tornati, eppure sono andati. Penso che sia nella natura umana buttarsi in queste imprese anche assurde. Io poi adesso sono qui davanti al computer e ho solo pubblicato un video. È facile dire che vado, poi bisogna vedere quando la realtà comincerà ad affacciarsi e l'addestramento proseguirà – nel caso fossi così fortunato da farlo –. Viverlo è sicuramente diverso.