TIM sta discutendo con l'AGCOM sulla possibilità di sfruttare il tacito consenso per far migrare gratuitamente 5 milioni di abbonati ADSL su rete fibra FTTC. "Dei 7 milioni di clienti broadband, solo 1,8 milioni è in fibra", ha confermato l'AD Amos Genish a Il Sole 24 ore. "Abbiamo almeno 5 milioni di clienti da far trasmigrare rapidamente dai 10 mega ai 200 mega".
Sarebbe una rivoluzione in guanto di velluto, per di più vantaggiosa per gli italiani dato che secondo le stime UE strapaghiamo le connessioni a bassa velocità e siamo in linea con gli altri paesi sulle tariffe fibra.
Dalla sua TIM avrebbe la possibilità di ottimizzare la strategia commerciale, rispondere con numeri pesanti alla concorrenza e soprattutto rilanciare sul fronte dei servizi a valore aggiunto come ad esempio TIM Vision. Una piattaforma streaming con un potenziale di quasi 6 milioni di abbonati - da ricordare che le offerte fibra regalano l'accesso al servizio - consentirebbe di avere un audience adeguato per sostenere grandi investimenti legati ai diritti di serie, sport e cinema.
Collaborazione in vista tra Open Fiber e TIM
Nel frattempo ieri si è scritta una nuova pagina del capitolo "rete". Tommaso Pompei di Open Fiber si è dimesso dalla carica di amministratore delegato. Subentrerà dal primo gennaio 2018 Elisabetta Ripa, fino a qualche anno fa AD di Telecom Sparkle e poi AD di Telecom Argentina. Secondo gli addetti ai lavori l'avvicendamento si potrebbe leggere come un'apertura a potenziali accordi con l'ex monopolista.
D'altronde ieri le agenzie riportavano che Pompei "avrebbe deciso per il passo indietro anche perché il suo livello di indipendenza sarebbe poco compatibile con la situazione che si è creata sia con gli azionisti che con il presidente della società".
Il presidente di OF Franco Bassanini, com'è risaputo, è sempre stato un sostenitore della fusione tra la rete OF e quella TIM o comunque di una spartizione del mercato della rete. Perché, a suo parere, se da una parte potrebbe esservi una sana competizione nei grandi centri, nel resto del paese la concorrenza sarebbe insostenibile sotto il profilo economico-finanziario.
L'AD di TIM Amos Genish per ora si è limitato a dire che non vi saranno interferenze nelle aree a fallimento di mercato (il progetto Cassiopea è morto) e che TIM è "aperta a considerare partnership" con Open Fiber. Si parla di "collaborazione commerciale", non certo una fusione.
"Non so cosa direbbe l'Antitrust di ipotesi di consolidamento in un mercato ancora molto ristretto", ha sottolineato.
In sintesi, TIM punta a portare il maggior numero di clienti sulla sua rete FTTC a 100/200 Mbps mantenendo le tariffe dei clienti inalterate. Parallelamente non si esclude una collaborazione con Open Fiber nelle aree bianche a fallimento di mercato. Resta da capire come potrebbe funzionare l'integrazione tra architetture diverse, ma forse è il problema minore.
Con un servizio fibra una Amazon Fire Tv Stick sarebbe molto utile.