Energia geotermica dai tunnel della metropolitana? È l'idea messa in campo dal Politecnico di Torino col progetto Enertun, in via di sperimentazione sul tratto della Metro 1 di Torino che va dalla stazione Lingotto alla futura stazione Bengasi.
Il progetto, già allo studio in Austria, Svizzera, Germania, Francia, Gran Bretagna e Russia, è stato sviluppato dagli ingegneri Marco Barla e Alice Di Donna dell'ateneo piemontese, che hanno studiato un rivestimento termico per le gallerie della metropolitana, capace di sfruttare l'inerzia termica del sottosuolo per riscaldare o rinfrescare le abitazioni dei palazzi delle zone circostanti.

Sostanzialmente l'obiettivo è trasformare il tradizionale rivestimento in calcestruzzo armato dei tunnel in uno scambiatore di calore, integrando all'interno delle strutture una rete di tubi contenenti un fluido termovettore in grado di estrarre o immettere calore nel sottosuolo in abbinamento a una pompa di calore.
Il progetto, portato avanti da InfraTo, la società che gestisce le infrastrutture di trasporto torinesi, il gruppo CMC e GTT, l'azienda di trasporti pubblici cittadina, è stato presentato pochi giorni fa, in occasione del workshop internazionale sulle geostrutture energetiche.
Notevoli i benefici economici ed ambientali che dovrebbero scaturirne. Secondo le prime stime, grazie alle condizioni favorevoli del flusso idraulico a Torino, la struttura dovrebbe riuscire a scambiare tra 53 e 74 W/m2, rispettivamente in inverno e in estate, soddisfacendo così un fabbisogno termico di 2822 kW in riscaldamento e 3756 kW in raffreddamento.