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a cura di Elena Re Garbagnati

Trovare vita su Europa, la luna ghiacciata di Giove, potrebbe essere più semplice del previsto. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy potrebbe bastare "grattare" la superficie. Questo non significa che fra una manciata di settimane decollerà una spedizione robotica alla volta di Europa - che è sì in programma, ma nel lungo termine, anche perché ricordiamo che Europa dista circa 628 milioni di chilometri dalla Terra.

Il motivo principale per il quale sia la NASA sia L'Agenzia Spaziale Europea sono interessate a studiare da vicino questo satellite di Giove è che si ritiene che sotto alla superficie congelata di Europa ci sia un oceano, che emette pennacchi di vapore dal polo sud. Non solo: gli astrobiologi reputano questa luna come uno dei migliori candidati del Sistema Solare ad ospitare la vita extraterrestre. Il motivo è che l'oceano salato sotto alla crosta di ghiaccio è apparentemente in contatto con il mantello roccioso della luna, il che renderebbe possibile una serie di reazioni chimiche complesse.

Pennacchi di vapore su Europa ricostruzione artistica

Pennacchi di vapore su Europa ricostruzione artistica

La questione da tempo ormai non è se andare su Europa, ma come cercare le conferme scientifiche che cerchiamo. La NASA ha ipotizzato una prima missione con l'orbiter Europa Clipper, programmato per effettuare passaggi ravvicinati attraverso i pennacchi di vapore che scaturiscono dal polo sud. Si pensa poi a una seconda parte della missione con un lander. L'ESA sta  sviluppando JUICE, acronimo di JUpiter ICy moons Explorer che coinvolge anche lo studio di altre lune di Giove.   

La domanda è se un orbiter  sia sufficiente per la ricerca di vita, o se invece sia meglio scavare lo strato di ghiaccio. Quest'ultima opzione è sempre stata ritenuta la più difficile da percorrere, anche perché non è chiaro in quale misura il bombardamento di radiazioni a cui è soggetta Europa possa distruggere o modificare gli eventuali amminoacidi presenti (o altri possibili elementi che segnalano la presenza di vita) a profondità accessibili. È qui che si inserisce il nuovo studio.

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Crediti: NASA/JPL-Caltech

Un gruppo di lavoro con a capo lo scienziato della NASA Tom Nordheim ha modellato l'ambiente carico di radiazioni di Europa e combinato i risultati con i dati di esperimenti di laboratorio che documentano quanto velocemente le varie dosi di radiazioni possano influire sugli amminoacidi e in generale sulle biomolecole complesse.

La scoperta è una variazione geograficamente significativa, con le regioni equatoriali che ricevono circa 10 volte la quantità di radiazioni di quelle alle medie e alte latitudini. In queste ultime zone, secondo la ricerca, a un lander basterebbe scavare il ghiaccio a una profondità di solo 1 centimetro per trovare amminoacidi riconoscibili. All'equatore invece dovrebbe raggiungere una profondità compresa fra 10 e 20 cm.

I valori sono in ogni caso abbastanza gestibili, perché come spiega Nordheim "anche nelle zone in cui le radiazioni sono maggiori non si dovrebbe fare altro che scalfire la superficie per trovare materiale che non sia pesantemente modificato o danneggiato dalle radiazioni".

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Un'ottima notizia per potenziali missioni con i lander, che se fosse confermata consentirebbe a chi pianifica i punti di atterraggio di occuparsi "solo" di individuare un'area in cui ci siano maggiori probabilità di trovare depositi oceanici "freschi", come quelli che ricadono sul terreno dai pennacchi.

Peccato che gli scienziati non abbiano ancora identificato aree di atterraggio così promettenti, perché le immagini che abbiamo al momento non sono sufficientemente nitide. Un orbiter come Europa Clipper o JIUCE potrebbe colmare questa lacuna spedendo a Terra immagini ad alta risoluzione, e questo sarebbe il punto di partenza ideale. Non resta che attendere: il lancio di Clipper è previsto nei primi anni della decade 2020, sempre che non ci siano ritardi.


Tom's Consiglia

Giove e le sue lune vi attirano? Leggete un sempreverde della fantascienza come Progetto Giove della collana Urania, scritto da Fredric Brown.