Tutto il mondo contro la censura online

Oggi è la giornata contro la cybercensura. Un'iniziativa poco conosciuta, che meriterebbe più rilievo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Oggi è la giornata mondiale contro la cybercensura. Molti siti, organizzazione e siti web danno il loro contributo.

Molto interessante quello di Reporters Sans Frontiers (Reporter Senza Frontiere), che ha inserito un inquietante titolo a tutta pagina: "Attenzione, sito sotto sorveglianza". Sul sito potrete leggere il rapporto 2009 dell'organizzazione sui Nemici di Internet (pdf), che testimonia una preoccupante realtà: la censura online comincia ad essere apprezzata anche nei paesi democratici, o presunti tali.

Questi paesi non solo filtrano la rete in modo così efficiente, preciso e diffuso che noi non saremmo in grado di riconoscerla, ma considerano dei criminali anche tutti quelli che la usano per esprimere idee non allineate. Roba dell'altro mondo? Forse, ma sembra un moda destinata a raccogliere più consensi.

Accanto alle solite Cina, Iran, Arabia Saudita, Corea del Nord, Cuba, e altri (12 in totale), che hanno "trasformato Internet in una loro Intranet", scopriamo anche l’Australia. Nel paese dei canguri, infatti, si è preso il pretesto della lotta alla pedopornografia e della difesa del copyright, per stimolare una legge, sul punto di essere approvata, che impone ai provider di filtrare i contenuti "inappropriati", per impedire che arrivino agli utenti.

Sotto stretta osservazione, tra gli altri, anche la Corea del Sud, che forse non vuole sfigurare accanto al suo gemello siamese.

I reporter senza frontiere si chiedono, e noi con loro, chi decide che cosa è inappropriato? Quello che ci è dato conoscere, ad oggi, è l'intrusione nei procedimenti legali delle potenti lobbies cinematografiche e musicali, spesso supportate dagli enti pubblici che si occupano di diritto d'autore, come la SIAE in Italia. Da loro, spesso e volentieri, sono arrivate le "chiamate alle armi" per regolare la rete.

A proposito d'Italia, guardiamo con preoccupazione al rapporto del 2010. Leggeremo di come le recenti proposte di D'Alia, Carlucci e Barbareschi avranno cambiato la faccia della rete italiana? Quei dodici paesi si stringeranno per fare spazio a noi?

Ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione.