UE, indagine antitrust per fare il pelo a Google

L'Unione Europea avvierà un'indagine ufficiale nei confronti di Google per valutare abusi di posizione dominante nel mercato della ricerca online e della gestione pubblicitaria. Tutto è partito la scorsa estate con la denuncia da parte di Foundem, ejustice e Ciao!

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a cura di Dario D'Elia

L'Unione Europea ha confermato ufficialmente l'avvio di un'indagine antitrust nei confronti di Google, dopo aver trovato sufficienti riscontri alle denunce di tre motori comunitari. Come avevamo anticipato a luglio (UE, Google rischia indagine antitrust dopo l'estate), il sito di confronto prezzi britannico Foundem, il motore di ricerca legale francese ejustice.fr. e il sito di vendite Ciao! (proprietà Microsoft) avevano segnalato alla UE anomalie nell'algoritmo d'indicizzazione del motore di Google. Si parlava infatti di penalizzazione dei concorrenti e anche inaccettabili condizioni e termini d'uso di Google AdSense.

I segugi della UE sono stati allertati

"La Commissione Europea investigherà se Google sia responsabile di abuso di posizione dominante nella ricerca online abbassando il rank dei risultati (non a pagamento) correlati si servizi avversari", si legge nel documento UE ufficiale.

In verità, secondo il capo del Search Quality Team di Google Matt Cutts, tutto ciò che c'è da sapere sul pagerank sarebbe stato svelato da tempo (Google contro Antitrust UE, PageRank senza segreti). 

"Uno dei punti più discussi in assoluto a livello mondiale, relativi al punteggio attribuito da Google ai siti, è sempre stato il PageRank. Tale ingrediente segreto non è poi tanto segreto, in fondo. Eccolo qui. Questo primo documento non solo fornisce la formula del PageRank, ma riporta molti degli altri fattori conteggiati nel posizionamento su Google, inclusi l'anchor text, la posizione delle parole all'interno del testo, la relativa vicinanza delle parole di una query all'interno di un documento, la dimensione ed il tipo di caratteri utilizzati, l'HTML grezzo di ogni pagina, e i caratteri in maiuscolo", sosteneva il dirigente.

La Commissione quindi dovrà indagare a fondo sia sul mercato della ricerca online che della pubblicità e delle policy contrattuali. Il mondo Google in Europa rischia una radiografia senza precedenti.

Aggiornamento. "Sin da quando l'azienda è stata creata, ci siamo impegnati per fare la cosa giusta per i nostri utenti e per il nostro settore: abbiamo fatto in modo che la pubblicità fosse sempre chiaramente indicata come tale, abbiamo fatto in modo che gli utenti possano trasferire i propri dati in modo semplice quando decidono di passare ad altri servizi e abbiamo investito pesantemente in progetti open source. Tuttavia, ci sarà sempre spazio di miglioramento e quindi lavoreremo con la Commissione per affrontare le sue preoccupazioni", si legge nel comunicato ufficiale di Google in risposta alle accuse della UE.