Unbundling più caro, Telecom ringrazia Agcom

L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha acconsentito all'aumento delle tariffe all'ingrosso di unbundling della rete in rame. Inspiegabile la scelta i controtendenza con l'intero mercato europeo. Sembra essere un favore a Telecom Italia.

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a cura di Dario D'Elia

Agcom ha approvato l'aumento delle tariffe all'ingrosso di unbundling, bitstream e wholesale line rental (WLR). In pratica gli operatori alternativi saranno costretti a pagare di più Telecom Italia per accedere alla sua rete in rame. Sempre che il vaglio della Commissione Europea dia esito positivo.

Sebbene il Garante abbia limato al ribasso le richieste dell'ex-monopolista, il canone mensile attuale di 8,49 euro raggiungerà gli 8,70 euro nel 2010, 9,14 euro nel 2011 e 9,48 euro nel 2012. Il dato più comico della vicenda è che non solo l'attuale media europea è di 8,38 euro al mese, ma la tendenza è al ribasso, con percentuali a doppia cifra - proprio per favorire il passaggio alla fibra.

Detenuto in attesa della fibra

"La decisione dell'Autorità rappresenta un significativo passo indietro nel processo di liberalizzazione del mercato della telefonia fissa e, se confermata, avrà gravi ripercussioni sull'intero mercato e sui consumatori italiani in termini di aumenti di prezzi, minore concorrenza ed innovazione", si legge nel comunicato Vodafone, condiviso nei contenuti con gli altri operatori.

"Rappresenta inoltre un forte disincentivo per Telecom Italia ad investire sulla rete nuova a dispetto di quanto dichiarato, aumentando infatti la profittabilità della vecchia rete. L'alta redditività dell'attuale rete in rame, in gran parte ammortizzata, e l'assenza di stimoli competitivi crea l'incentivo a Telecom Italia per continuare ad offrire i propri servizi sulla rete in rame con evidenti incentivi a trarre il massimo profitto da tale situazione".

Comprendere le motivazioni che si nascondono dietro alla scelta dell'Agcom è senza dubbio arduo. Una chiave di lettura però è possibile.

"L'impressione è che le pur apprezzabili vie progettuali proposte, quelle di Telecom Italia e quelle degli operatori alternativi, offrano una visione di quello che si può fare ma non ancora di quello che concretamente ci si impegna a fare. E questo non basta. Si rischia di essere troppo lenti e di fare uno spezzatino non coordinato", aveva dichiarato a luglio il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò.

"Ci vuole un'iniziativa complessiva analoga a quella, ad esempio, avviata in Francia, un progetto per una fiber nation con una cabina di regia ben salda che evitano costose duplicazioni delle infrastrutture civili e faccia fare all'Italia il salto di qualità di cui ha bisogno".

Ecco, a chi la facciamo coordinare la cabina di regia? Magari a un'Authority che ha sempre una mano sul cuore.