WikiLeaks rischia la chiusura a causa di gravi difficoltà economiche. "Il denaro dei donatori stenta ad arrivare, perché tutti i nostri conti sono bloccati. Valuto che perdiamo 500.000 euro alla settimana", ha dichiarato il patron Julian Assange. "Cercheremo di controbattere".
Assange
Dopo la presa di posizione di PayPal, Visa e Matercard, che di fatto hanno sospeso annullato i rispettivi contratti di servizio, e la campagna mediatica negativa che ha accompagnato l'arresto di Assange la situazione si è complicata ulteriormente. Sebbene siano stati concessi gli arresti domiciliari, aleggia ancora il fantasma dell'estradizione in terra statunitense. È stata creata una task force legale ad hoc per formulare un'accusa solida e convincente. E la raccolta di informazioni è iniziata pungolando Twitter.
Assange starebbe valutando la pubblicazione di un'autobiografia che dovrebbe consentire un'entrata di 1 milione e 200mila euro. Il problema è che anche se un editore dovesse accettare i soldi rischierebbero di arrivare troppo tardi: almeno 2 anni se il libro diventasse un best seller.
Intanto la mancanza di fondi sembrerebbe essere la principale responsabile della mancata pubblicazione dei file relativi ad una grande banca statunitense (si presume Bank of America, NdR). Pura coincidenza?