Audi vuole introdurre la propria Siri; che però si chiama PIA, Personal Intelligent Assistant. PIA dà accesso tramite comandi vocali alle funzioni dell'auto e del proprio smartphone. PIA è sia proattiva che reattiva. Risponde alle domande dell'utente ma è anche in grado di apprendere per anticipare le azioni che faremo in base alle nostre abitudini e preferenze.
Per esempio ci saranno suggerimenti personalizzati a seconda di dove ti trovi, quante persone ci sono a bordo, se è un percorso che conosci bene o che non hai mai visitato. PIA considera anche le informazioni online come meteo o eventi per aiutare alla guida. Inoltre collabora anche con altre assistenti - immaginiamo Google Now, Siri o Cortana - e non le vuole sostituire, perché si limita alle funzioni dell'auto.
Un altro esempio: normalmente di ritorno dall'ufficio chiamiamo casa. Se lo facciamo regolarmente, PIA inizierà a proporre chiamate verso la stessa ora, offrendo una scorciatoia per avviare la chiamata. Offre una scorciatoia anche al meteo perché sa che ci interessa e lo guardiamo spesso. Se PIA riconosce che serve fare rifornimento, prima indicherà tutti i benzinai nei dintorni con tanto di indicazione dei prezzi e poi inizierà a proporre solo quelli dai quali l'utente si ferma più spesso.
In combinazione con Audi Park Pilot, PIA può avviare l'auto e parcheggiarla da sola e poi comunicare tramite l'app in che stato è il parcheggio e dove si trova l'auto.
Tutto molto bello, ma dove risiedono i dati? Per garantire che il guidatore possa portare il proprio profilo da una vettura all'altra i dati vanno in cloud con trasmissione crittografata.
Come fare a dare messaggi che siano veramente utili e non fastidiosi? Audi pensa di dare all'utente la possibilità di indicare se alcuni messaggi non sono desiderati.