Cingolani: stop alla Motor Valley con supercar elettriche

Se anche i grandi produttori di supercar dovranno adeguarsi alle direttive previste relative all'elettrico, la Motor Valley dovrà chiudere: queste le parole del ministro Cingolani.

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a cura di Valentina Acri

Lo stop alla vendita di auto a combustione interna entro il 2035, con la conseguente commercializzazione di veicoli esclusivamente elettrici, è ormai un tema piuttosto discusso. Se pensiamo che la proposta dell’Unione europea di porre fine alla produzione di veicoli diesel e benzina potrebbe trovare un accordo tra i Paesi membri dell'Ue, non sappiamo cosa succederebbe realmente alla produzione delle supercar dei grandi marchi. 

A tal proposito ed in occasione del seminario estivo della Fondazione Symbola, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha rilasciato alcune dichiarazioni relative al futuro del settore automobilistico. Nell'ottica di uno stop definitivo alla produzione e conseguente commercializzazione di veicoli endotermici, il ministro ha chiaramente sottolineato che se anche i grandi produttori di supercar dovranno adeguarsi alle direttive previste relative al full electric, la Motor Valley dovrà chiudere. È lo stesso Cingolani dunque a voler tirare un freno sull'attuale transizione del settore automotive; una posizione chiara che potrebbe però creare malumori tra il Governo e l'attuale linea tracciata dall’Europa.

In questi giorni stiamo parlando con il settore automotive e c’è una grandissima opportunità nell’elettrificazione. Ma ieri è stato comunicato dalla Commissione Ue che anche le produzioni di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, dovranno adeguarsi al full electric entro il 2030. Questo vuol dire che, a tecnologia costante, con l’assetto costante, la Motor Valley la chiudiamo, ha commentato il ministro.

Il ministro ha inoltre mostrato la sua preoccupazione relativa all'impattodi una transizione sbagliata nei prossimi anni e per una transizione sbagliata nei prossimi 10 anni per molte famiglie in Europa e nel mondo se non saranno convertite  correttamente tutte le attività manifatturiere e la stessa mobilità.

C'è un fattore chiave che a volte le persone non considerano, la transizione deve avere un tempo specifico, se siamo troppo lenti falliremo come homo sapiens ma se andiamo troppo veloci falliremo come società. Se oggi pensassimo di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche d'emblée, non avremmo nemmeno le materie prime per farle, non avremmo la grid per gestirla. Su un ciclo produttivo di 14 anni, pensare che le nicchie automobilistiche e supersport si riadattino è impensabile, ha aggiunto Cingolani.

Sarà inoltre inevitabile dunque affrontare la disuguaglianza a livello globale, motivo che rende lo sviluppo della transizione piuttosto difficile a livello globale.

Noi siamo relativamente fortunati perché possiamo parlare di riconversione, idrogeno, mobilità verde. Ma che dire di altri 3 miliardi di persone che sul pianeta hanno problema più urgenti? Dobbiamo trovare regole comuni e sostenere i Paesi emergenti.