Colonnine di ricarica in autostrada: ecco le regole per l’Antitrust

Arrivano i primi suggerimenti a tema ricarica da parte dell'Antitrust, più in dettaglio per le zone autostradali ancora in via di sviluppo e definizione.

Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Con un parere non vincolante, l’Agcm si è recentemente espressa a tema colonnine di ricarica, più in particolare su quelle installate sulle autostrade italiane; le regole su cui si esprime l’Antitrust sono quelle inserite dall’ Autorità di regolazione dei Trasporti nel documento intitolato “Misure per la definizione degli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali ai sensi dell’articolo 37, comma 2, lettera g), del d.l. 201/2011”. Si tratta quindi di definire dal numero minimo di operatori presenti in ogni piazzola di sosta fino alla potenza erogabile.

Per l’Autorità Garante, ci dovrebbero essere almeno due Charging Point Operator (CPO) così da consentire agli utenti della strada la possibilità di scegliere il servizio di ricarica più vantaggioso:

“riguardo alla pluralità ('almeno due') di Charging Point Operator (CPO), prevista per tutte le classi di aree di servizio, l’Autorità ritiene che la stessa massimizzi la pressione concorrenziale tra gli operatori, risultando così più efficace nell’impedire la formazione di sacche di potere di mercato tra i CPO attivi lungo le autostrade italiane rispetto a quanto si potrebbe ottenere ricorrendo alla sola concorrenza tra punti di ricarica posti in più AdS di ciascuna tratta autostradale.

Infatti, il confronto tra offerte situate in diverse AdS, oltre ad essere ovviamente meno immediato rispetto a quello tra operatori situati all’interno della stessa area, potrebbe anche in molte situazioni rivelarsi un’opzione concretamente non praticabile a causa della minore autonomia di percorrenza delle auto elettriche rispetto a quelle azionate da motori a combustione interna. La compresenza di almeno due CPO per AdS è dunque senz’altro auspicabile, soprattutto nella attuale fase nella quale si sta definendo l’intera filiera della mobilità elettrica”.

Secondo l’Antitrust questa “copresenza” non dovrebbe creare particolari disagi, ma sarà comunque compito del concessionario vigilare sugli spazi a disposizione. Per quanto riguarda la potenza, dovrebbe aggirarsi almeno sui 100 kW, così da assicurare una ricarica in tempi medi senza, pertanto, dover occupare lo stallo per numerose ore. Al momento, considerato il parco circolante, le auto in ricarica potrebbero essere un numero esiguo ma si prevede in futuro un vero e proprio “boom”.

Nel documento si citano anche stime dei tempi, guadagni e investimenti. Per l’Antitrust, la spesa per installare un numero congruo di colonnine comprensivo di allacciamento dovrebbe essere inferiore al mezzo milione di euro e che i tempi di ritorno dell’investimento sono ipotizzati tra gli 8 e i 10 anni.