Il superbollo in Italia nasce con la Legge di Stabilità 2013 (Legge n. 228/2012) ed è entrato in vigore a partire dal 2014. Questo tributo è stato pensato per applicare una tassazione aggiuntiva alle autovetture di potenza elevata, con l’obiettivo di disincentivare l’acquisto e l’utilizzo di veicoli considerati più inquinanti e energivori. L’addizionale erariale prevede il pagamento di 20 euro per ogni kilowatt (kW) che supera la soglia di 185 kW, pari a circa 252 cavalli.
Sin dalla sua introduzione, il superbollo ha suscitato un acceso dibattito tra le associazioni di settore, le quali ne hanno messo in discussione l’efficacia ambientale e la capacità di colpire realmente le emissioni di CO₂. Alcuni produttori e consumatori hanno chiesto, nel corso degli anni, di estendere la considerazione delle alimentazioni ibride e a basso impatto (tipo le plug-in, per cui serve una Wallbox), proponendo esenzioni temporanee o riduzioni per le motorizzazioni più moderne e pulite.
Ambito di applicazione e soggetti esclusi
La normativa stabilisce che il superbollo si applichi esclusivamente ai veicoli appartenenti alla categoria M1, ossia le autovetture per il trasporto di persone, che registrino sul libretto di circolazione una potenza superiore a 185 kW. Non sono invece tenuti al pagamento i mezzi adibiti al servizio pubblico, come taxi e veicoli a noleggio con conducente, così come quelli in uso alle Forze dell’Ordine o agli Enti pubblici essenziali.
Inoltre, le vetture definite storiche, ovvero immatricolate da oltre vent’anni, beneficiano di un’esenzione totale. Nel tempo, specifici provvedimenti ministeriali hanno riconosciuto agevolazioni particolari alle auto ibride plug-in (se il motore termico ha più di 250 CV, pagano il superbollo), elettriche o alimentate a idrogeno, a patto che rispettino i requisiti di emissione stabiliti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con validità di volta in volta stabilita da decreti o deliberazioni regionali.
Il calcolo dell’importo
Per definire l’importo del superbollo, è necessario partire dal valore di potenza indicato sul libretto di circolazione e confrontarlo con la franchigia di 185 kW. Il risultato di questa sottrazione viene poi moltiplicato per 20 euro, ottenendo la cifra dovuta.
Ad esempio, un’automobile che sviluppi 260 kW presenterà un’eccedenza di 75 kW; moltiplicando 75 per il costo unitario di 20 euro si giunge quindi a un importo di 1.500 euro. Qualora, a seguito di modifiche tecniche certificate, la potenza del veicolo sia aumentata o diminuita, la stessa potenza aggiornata sul nuovo documento di circolazione diventerà la base di calcolo.
Riduzioni per anzianità e decorrenza del tributo
Il legislatore ha previsto un meccanismo di riduzione dell’addizionale in base all’età del veicolo, al fine di riconoscere un beneficio economico man mano che il mezzo invecchia. Nel dettaglio, per le auto che hanno tra zero e cinque anni di vita, l’utente versa l’intero importo calcolato; superato il quinto anno e fino al decimo, l’importo si riduce al 60% della somma iniziale; raggiunti gli undici anni e fino al quindicesimo, il tributo scende al 30%; tra sedici e venti anni si applica il 15% del valore di base; oltre i vent’anni di anzianità l’addizionale non è più dovuta.
Questo meccanismo opera in modo automatico senza alcuna richiesta formale da parte del proprietario, poiché le scadenze e gli eventuali abbattimenti vengono determinati dall’anno di prima immatricolazione riportato nel libretto.
Scadenze, modalità di pagamento e sanzioni
Il superbollo viene versato ogni anno contestualmente al bollo auto ordinario, attraverso la presentazione del modello F24 elementi identificativi. Nel quadro identificativo va indicato il codice tributo 3258, relativo all’addizionale erariale, accompagnato dall’importo calcolato. I canali di pagamento includono banche, uffici postali, sportelli ACI e portali di home banking.
La scadenza coincide con l’ultimo giorno del mese successivo a quello di scadenza naturale del bollo; qualora il versamento avvenga in ritardo, vengono applicate maggiorazioni pari allo 0,1% per ogni giorno di ritardo, con un minimo di 5 euro e un limite massimo del 30% dell’imposta originaria, oltre agli interessi calcolati al tasso legale vigente. Gli utenti sono invitati a conservare la ricevuta di pagamento e la copia del modello F24, soprattutto per eventuali controlli o contestazioni.
Esempi pratici di calcolo
Nel caso di un veicolo immatricolato nel 2022 con potenza di 230 kW, l’eccedenza rispetto alla soglia di 185 kW è pari a 45 kW. Moltiplicando 45 per 20 euro si ottiene un superbollo di 900 euro, da versare per intero poiché il veicolo non ha ancora raggiunto i cinque anni. Se invece si considera un SUV immatricolato nel 2017 con potenza di 210 kW, l’eccedenza di 25 kW genera un importo base di 500 euro che, grazie alla riduzione del 60% prevista per le auto tra sei e dieci anni, scende a 300 euro.
Infine, un’utilitaria del 2019 potenziata a seguito di interventi di tuning e arrivata a sviluppare 200 kW avrà un’eccedenza di 15 kW; il calcolo di 15 × 20 euro porta a un superbollo di 300 euro, che si riduce al 60% se il veicolo ha più di cinque anni, diventando 180 euro. Una Ferrari 12Cilindri da 588 kW (830 CV) pagherà 7.200 euro di superbollo.
Per facilitare il calcolo e l’invio del superbollo, è possibile utilizzare i simulatori disponibili sul sito dell’ACI e su portali specializzati, che tengono conto sia delle riduzioni per anzianità sia delle eventuali sanzioni per ritardi. Alcuni di questi strumenti consentono il calcolo tramite SPID, permettendo di esportare direttamente il modulo F24 già compilato. Gli utenti che hanno dubbi sulla corretta compilazione o che necessitano di assistenza possono rivolgersi a un’agenzia di pratiche automobilistiche o a un commercialista esperto in materia tributaria.
Prospettive future
Pur essendo concepito come strumento ecologico, il superbollo ha ricevuto critiche per la sua natura generica, in quanto non distingue tra veicoli inquinanti e modelli di alta potenza caratterizzati da tecnologie ibride o elettriche a basse emissioni. Nell’ambito delle politiche europee sul clima, si discute l’opportunità di rimodulare l’addizionale in funzione delle emissioni effettive di CO₂ o di estendere agevolazioni permanenti alle auto ibride plug-in ed elettriche.
Alcuni esperti ipotizzano un futuro adeguamento della tassa in base ai chilometri percorsi o alle reali modalità d’uso del veicolo, con l’obiettivo di combinare il gettito fiscale con incentivi concreti alla mobilità sostenibile.