L'universo Ferrari si prepara a una rivoluzione che va ben oltre l'introduzione della sua prima vettura elettrica. Mentre il mondo attende le sei novità previste per il 2025 da Maranello, l'azienda del Cavallino Rampante sta segretamente lavorando a un progetto che ridefinirà completamente il concetto di performance applicato agli elementi naturali. La sfida questa volta non sarà conquistare l'asfalto, ma dominare gli oceani con una tecnologia che sfida le leggi della fisica marina.
Nel 2026 debutterà la Ferrari Hypersail, un monoscafo oceanico da 30 metri che rappresenta l'ingresso ufficiale del marchio di Maranello nel mondo della vela ad alte prestazioni. Il progetto, presentato direttamente negli storici stabilimenti Ferrari, introduce una tecnologia foil che permetterà all'imbarcazione di letteralmente volare sopra la superficie marina, utilizzando speciali ali collegate allo scafo per staccarsi dall'acqua come già avviene nelle competizioni di Coppa America.
A guidare questa ambiziosa avventura nautica sarà Giovanni Soldini, il leggendario velista italiano che dopo undici anni di collaborazione con Maserati ha scelto di legare il proprio nome al Cavallino Rampante nel ruolo di team principal. La scelta di Soldini non è casuale: la sua esperienza nelle traversate oceaniche in solitaria e la conoscenza profonda delle dinamiche marine rappresentano asset fondamentali per un progetto di tale complessità tecnologica.
La Ferrari Hypersail dovrà affrontare sfide ingegneristiche completamente diverse rispetto alle imbarcazioni da Coppa America. Nonostante condivida con queste ultime la lunghezza di 30 metri e la tecnologia foil, il monoscafo Ferrari presenta caratteristiche strutturali radicalmente differenti, progettate specificamente per la navigazione oceanica in mare aperto. La sicurezza e la stabilità diventano priorità assolute quando si naviga in condizioni estreme, lontani da qualsiasi possibilità di assistenza.
Il peso rappresenta la prima grande differenza tecnica: mentre le barche da America's Cup puntano sulla leggerezza estrema, la Hypersail dovrà necessariamente essere più massiccia per garantire stabilità durante le traversate più impegnative. La presenza di un bulbo pesante sotto lo scafo diventa indispensabile per evitare il ribaltamento, soprattutto quando l'imbarcazione attraverserà zone remote come il Punto Nemo, il punto oceanico più lontano da qualsiasi terraferma del pianeta, situato a 48°52.6′S 123°23.6′W.
L'approvvigionamento energetico costituisce la seconda sfida cruciale. La maggiore massa dell'imbarcazione comporta un consumo elettrico superiore per mantenere attivi tutti i sistemi di bordo e manovrare le vele high-tech. Questa soluzione tecnologica permetterà di generare l'energia necessaria sfruttando esclusivamente le forze naturali durante le lunghe traversate oceaniche.
Sebbene Soldini abbia mantenuto il riserbo sugli obiettivi specifici della Ferrari Hypersail, gli addetti ai lavori ipotizzano che il vero target possa essere il prestigioso Trofeo Jules Verne. Questa competizione, ispirata al celebre romanzo "Il giro del mondo in 80 giorni", premia il giro del mondo a vela più veloce realizzato con equipaggio, senza scalo e senza assistenza su una distanza ufficiale di 21.600 miglia nautiche, equivalenti a 40.003 chilometri.
Il record attuale appartiene al francese Francis Joyon e al suo equipaggio, che nel 2017 hanno completato la circumnavigazione in 40 giorni, 23 ore, 30 minuti e 30 secondi a bordo del trimarano Idec Sport, mantenendo una velocità media di 26,9 nodi, circa 59 chilometri orari. Fino ad oggi, questa sfida è stata dominata esclusivamente da equipaggi francesi utilizzando catamarani e trimarani, rendendo l'eventuale partecipazione di un monoscafo italiano ancora più interessante.
La struttura cabinata della Ferrari Hypersail, progettata per ospitare l'intero equipaggio durante le condizioni meteorologiche avverse e nelle fasi di riposo notturno, suggerisce effettivamente una vocazione per le lunghe traversate piuttosto che per le regate costiere. L'utilizzo di materiali innovativi in carbonio, combinato con soluzioni aerodinamiche derivate dall'esperienza automobilistica Ferrari, potrebbe rappresentare il vantaggio competitivo necessario per conquistare un record che da decenni appartiene alla vela francese.
Il 2026 si avvicina e con esso la possibilità di vedere il Cavallino Rampante dominare anche gli oceani più impegnativi del pianeta, scrivendo un nuovo capitolo nella storia delle prestazioni estreme targate Ferrari.